Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Negli anni sessanta si contestava la società in cui si viveva, troppo legata al benessere a tutti i costi tralasciando i diritti e le cose giuste.
Il disprezzo è un film di rottura, come uscivano altri film di quegli anni, diretto da uno dei padri della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard.
Un marito troppo legato ai beni materiali, si accorge che qualcosa nel suo matrimonio si è incrinato, quando convince la moglie ad essere carina con il produttore del film, per poterlo fare lavorare, e ottenere fama, ricchezza e successo, tralasciando i sentimenti di sua moglie, una donna che vuole solamente essere amata dall'uomo che ha sposato, che lui utilizza per ottenere i suoi scopi.
Da qui nasce il disprezzo per suo marito, e mostra due attori straordinari come Brigitte Bardot all'apice del successo, forse la sua migliore interpretazione, e Michel Piccoli, il marito alla ricerca della posizione borghese a tutti i costi.
Ma il disprezzo è molto di più, prima di tutto è il ritratto lucido e spietato di un rapporto ci coppia che va in frantumi, una critica alla borghesia, e un punto di rottura da cui nessuno dei due uscirà bene.
Il matrimonio termina nel momento esatto in cui Camille si sente usata da suo marito, alla fine cerca di sedurre il produttore non per accontentare il marito, ma per un atto di ribellione, con il prezzo di aver perso sua moglie.
Un film magnifico, se visto ovviamente in lingua originale con i sottotitoli in italiano, state alla larga dalla versione italiana che è stata stravolta da Carlo Ponti e disconosciuta dallo stesso Godard.
Un film che è un capolavoro, un opera indimenticabile di cui ancora sento affettivamente l'amarezza e il dolore della protagonista che si sente usata e tradita dall'uomo che ama, soltanto per i suoi scopi materiali.
Grandissimo anche Jack Palance nel ruolo del produttore, e mai dimenticare la presenza di Fritz Lang, il regista del film scritto da Paul il protagonista.
Il film è ricco di sole e calore, colori del trucco degli attori protagonisti del film di Lang, ma saturo di dolore e oppressione che schiacciano i protagonisti fino all'ultima drammatica scena, che non vi anticipo per non rovinarvi la sorpresa.
Da non perdere.
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