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Bella e perduta

Regia di Pietro Marcello vedi scheda film

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La recensione su Bella e perduta

di laulilla
6 stelle

L'iniziale progetto del regista prevedeva che il film seguisse le tracce del Viaggio in Italia di Guido Piovene, sorta di Grand Tour alla ricerca di ciò che rimaneva di un'Italia perduta, oltraggiata dalla pseudo-cultura senz'anima che impronta di sé anche il nostro presente.

 Non era andata, però, in questo modo: la morte precoce e imprevedibile di Tommaso (Tommaso Cestrone), il custode volontario della bellissima reggia di Carditello, bella e perduta, aveva indotto Pietro Marcello a mutare l’impianto complessivo del suo lavoro raccontando la storia di un uomo che – con sacrificio personale e fra intimidazioni di ogni tipo – aveva cercato di preservare la meravigliosa costruzione dagli oltraggi della camorra e dell'indifferenza, restituendole un po’ di decoro e di dignità, persino quando il fumo acre dei roghi dell’immondizia e dei copertoni delle auto, incendiati a pochi metri, avevano reso irrespirabile l’aria anche al suo interno. Per questa sua tenace resistenza Tommaso era diventato, nell’immaginario popolare, l’Angelo di Carditello.

 

Pulcinella (Sergio Vitolo), aveva intrapreso il Gran Tour, allora, interpretando la volontà del defunto, in compagnia di Sarchiapone, il piccolo bufalo che Tommaso stava allevando all’interno della reggia, dedicandogli tempo, amore e cure.
Il regista, dunque,  introduce l’elemento fiabesco della maschera popolare e dell’animale parlante (con la voce di Elio Germano), secondo un percorso narrativo non privo di ampi squarci poetici dai quali emerge la sua weltanschauung, l’interesse per la rappresentazione degli uomini più umili, degli ultimi, nei cui cuori trovano ancora spazio i valori umani della solidarietà e dell’accoglienza attenta alla vita di tutte le creature.

 

 

Il film, dunque, in seguito al cambiamento di prospettiva rispetto al progetto iniziale, affianca alla rappresentazione realistico-documentaristica ricca di elementi simbolici (la fotografia è limpida e definita,  anche per effetto del tournage interamente su pellicola),   aspetti allegorici di sicuro interesse ma meno coinvolgenti, ciò che lascia l’impressione di un’ opera non del tutto risolta, che procede per frammenti che, pur pregevoli separatamente considerati, non trovano l’unità formale che lo renderebbe  più convincente.

 

Accolto con favore al Festival di Locarno e al TFF (2015)

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