Fine del diciottesimo secolo. Il nobile scapestrato Pjotr viene spedito dal padre, per punizione, al fronte. Qui incontra la bella Masa, figlia di un capitano, la cui estrazione popolare non permette alcun legame con Pjotr. Fra i due invece scoppia l'amore, contrastato dal giovane ufficiale Svabrin. Intanto il rivoluzionario Pugacev, amico di Pjotr, sta preparando un'insurrezione popolare.
Già Mario Camerini riprese il romanzo di Aleksandr Puskin per il cinema, nel lontano 1947; venne poi la volta di Leonardo Cortese, regista Rai, che una ventina di anni più tardi racchiuse La figlia del capitano fra le anguste pareti del piccolo schermo. Nel mezzo, Alberto Lattuada riadattava la trama di nuovo per il cinema, modificando anche il titolo: era La tempesta (1958). Qualche decennio è trascorso, che già tocca a Giacomo Campiotti presentare la quarta riproposizione nostrana del romanzo russo, anche in questa occasione per la tv. Un prodotto (anch'esso Rai) moderatamente sfarzoso, ma con un cast non eccellente e una messa in scena elegante e spettacolare in minime dosi, certo inferiori rispetto a quelle minime richieste dal testo di origine. In fin dei conti la vera, unica rivelazione di questa versione de La figlia del capitano è che Edwige Fenech a 63 anni è ancora una donna straordinariamente bella; al netto di trucco e filtri assortiti, rimane comunque una donna ancora bella: si ritaglia un ruolo marginale (ma di discreta, simbolica importanza: è Caterina II) e, in primis, figura in testa alla produzione del lavoro. Nel cast anche Primo Reggiani, Vanessa Hessler, Ninì Salerno, Ludovico Fremont, Francesca Chillemi, Andrei Slabakov; due puntate da cento minuti ciascuna perfettamente calibrate per la duplice messa in scena in prima serata. Campiotti aveva esordito nel lungometraggio alla fine degli anni Ottanta, tentando senza troppo successo la via del cinema (Corsa di primavera, Come due coccodrilli); dai primi anni del nuovo millennio, ha trovato la sua strada nelle fiction televisive, entusiasmando poco ma lavorando con continuità. 2,5/10.
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