Trama
Lary, un neurologo all'apice della carriera, va con la moglie a Bucarest per una riunione commemorativa in onore del padre, morto quaranta giorni prima. In attesa che giunga il prete, gli ospiti discutono di argomenti vari e in particolar modo degli eventi post 11 settembre. Le opinioni sono molto accese e Lary cerca di calmare gli animi ma, quando tutto sembra sistemarsi, la situazione prende una piega imprevista.
Approfondimento
SIERANEVADA: UNA COMMEMORAZIONE CHE RILEGGE LA STORIA
Scritto e diretto da Cristi Puiu, SieraNevada racconta la storia di Lary, medico quarantenne che, tre giorni dopo l'attentato contro Charlie Hebdo e quaranta giorni dopo la morte del padre, trascorre un sabato in famiglia, riunitasi in occasione della commemorazione dei defunti. L'evento, tuttavia, non va come previsto: le discussioni sono accese e le opinioni tra i familiari divergono. Costretto ad affrontare le proprie paure e il proprio passato e a riconsiderare il suo posto all'interno del nucleo familiare, Lary sarà costretto a rivelare la sua parte di verità.
Con la direzione della fotografia di Barbu Balasoiu, le scenografie di Cristina Barbu e i costumi di Maria Pitea e Doina Raducut, SieraNevada viene così descritto dal regista in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Cannes 2016: «SieraNevada trae vagamente ispirazione da qualcosa occorso nella mia vita. Nel 2007, mentre ero in giuria nella sezione Un certain regard al festival di Cannes, è morto mio padre. Sono rientrato subito a casa e la prima commemorazione, avvenuta poco dopo il funerale, si è rivelata molto strana. C'erano persone che non conoscevo, amici di mio padre e vicini con cui ho avuto qualche discussione. Ricordo anche di aver urlato con una collega di mia madre a proposito della storia del comunismo. La memoria è un elemento fondamentale per la storia del mio film. Con il tempo, ci si rende ad esempio conto già dall'età di 10 anni siamo stati istruiti sulla storia del nostro paese di appartenenza, vedendo le cose in maniera già segnata o decisa da altri. Ciò porta a uno stato di inerzia per cui accettiamo la verità imposta e chiudiamo gli occhi di fronte ad altre possibili spiegazioni: è il prezzo che si deve pagare per divenire parte integrante di una comunità ed evitare l'isolamento. Essere accettati dalla comunità è fondamentale, strutturale. Come le api e le formiche, gli esseri umani vivono in una comunità e, facendone parte, ne accettano ogni sfaccettatura. Quando qualcuno muore, la struttura della comunità viene rimessa in discussione e si genera una lotta di potere, in cui coloro che desiderano prendere il posto del defunto si mostrano con i loro discorsi come se fossero in campagna elettorale. Discorsi che possono evocare anche i principali fatti storici, come accade con il personaggio che in SieraNevada parla dell'11 settembre 2001, anche a sproposito (ciò mi ha permesso però di parlare del comunismo e di rivisitarne la storia, cercando di andare al di là delle approssimazioni).
I personaggi di SieraNevada hanno scambi di opinioni, discutono, inveiscono. Hanno anche molto interesse per il cibo: il pasto è un rito comune a molte culture e rappresenta uno di quei pochi momenti in cui si crea un falso senso di solidarietà. Si muovono anche all'interno di un unico luogo, un appartamento. Viviamo in un mondo di cui conosciamo il limite e l'appartamento può essere concepito come un mondo a sé, geograficamente limitato: lo spazio della casa non è altro che un riflesso dello specchio del mondo in scala ridotta. Il poco spazio a disposizione mi ha convinto poi a scegliere di usare la cinepresa ad altezza d'uomo. La camera in tal modo è diventata un personaggio invisibile attraverso cui lo spettatore può osservare da vicino i personaggi. Se vogliamo, è lo stesso padre defunto che, silenziosamente, osserva la famiglia: del resto, nella tradizione ortodossa, l'anima dei morti vaga in libertà per quaranta giorni».
Trailer
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Commenti (3) vedi tutti
Le tre ore del film volano, tanto è vicino anche a noi il racconto del nonsenso di quelle vite, e l’inquietudine per quella crisi.
leggi la recensione completa di laulillaRitratto di famiglia (rumena, ma anche no) in un interno, l’abilità registica è eccezionale nel padroneggiare il flusso complesso dei temi che emergono e dei registri linguistici che si sovrappongono.
leggi la recensione completa di yumeVita di tutti i giorni e morte, privata e non solo, si incontrano e incrociano durante una riunione di famiglia organizzata a scopo commemorativo. Sullo sfondo un'Europa in guerra che subisce ferite a tradimento che lasciano il segno.Lunghissimi piani sequenza, dialoghi che rispecchiano la quotidianità per un cinema d'autore che sfida tempo e ritmo
leggi la recensione completa di alan smithee