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Ma Loute

Regia di Bruno Dumont vedi scheda film

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La recensione su Ma Loute

di port cros
7 stelle

 

Primi del Novecento: nel Nord della Francia, sulle coste della Manica, abitano due famiglie molto diverse tra di loro. Da una parte i ricchissimi van Peteghem che vivono in un'assurda villa in stile egiziano: l'improponibile André con l'affettata moglie Isabelle (Valeria Bruni Tedeschi) e l'eccessiva sorella Aude (Juliette Binoche) e la figlia di lei (Billie) dalla sessualità ambigua (è una ragazza che si traveste da ragazzo o viceversa?) . A loro si contrappongono i proletari Brufort, raccoglitori di ostriche traghettatori (a braccia) , il cui enigmatico figlio Ma Loute, dalle vistose orecchie a sventola, dà il titolo al film.

Sarà l'inatteso amore nascente tra Ma Loute e Billie a far entrare in contatto questi due mondi socialmente agli antipodi, abituati ad abitare gli stessi luoghi senza mai incontrarsi.

 

Nel paesaggio ventoso ed austero si muovono anche l'obeso commissario Machin (che con le sue rovinose cadute ci regala momenti di incontenibile ilarità) ed il suo stralunato aiutante Malfoy, alla ricerca di una soluzione al mistero delle inspiegabili sparizioni che si verificano nella zona.

 

scena

Ma Loute (2016): scena

 

Fin dalle prime scene di “Ma Loute” di Bruno Dumont, con il poliziotto oversize che rotola giù da un pendio sabbioso come fosse una botte, siamo coscienti di trovarci nel territorio del grottesco e del farsesco.

 

Tutti i suoi personaggi sono maschere grottesche, deformi e ridicole, e ciascun lato della scala sociale si porta dietro le sue mostruosità (l'incesto tra i ricchi ed il cannibalismo tra i poveri).

Il film ha tra i suoi punti di forza alcune ottime interpretazioni: straordinario Fabrice Luchini coi suoi esilaranti tic e la sua assurda andatura, ma anche una teatrale ed eccessiva Juliette Binoche, senza tacere della fisicità di Didier Després. l'esilarante commissario extralarge che rotola come una botte e vola via come un pallone aerostatico.

 

Fabrice Luchini

Ma Loute (2016): Fabrice Luchini

 

Se il film tende a incorporare diversi generi (il poliziesco, la commedia slapstick) e toccare diversi temi importanti (la contrapposizione di classe, la fluidità dei generi sessuali) è sempre l'aspetto grottesco e surreale a prevalere.

 

“Ma Loute” è una farsa magari un po' troppo fuori di testa ed un po' ripetitiva per non accusare qualche momento di stanchezza, ma totalmente immaginifica ed esilarante che, oltre a regalarci scene splendidamente girate da Dumont (l'inseguimento dell'ispettore gonfiato e volante sul finale) e ottime caratterizzazioni degli attori, riesce spesso a farci ridere a crepapelle con le sue trovate da slapstick comedy.

Un film che non arriva a tutto il pubblico, anzi divide anche aspramente gli spettatori, ma che non può lasciare indifferenti e spicca per un'originalità ed un'inventiva che non spesso capita di vedere in sala.

 

scena

Ma Loute (2016): scena

 

 

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