Regia di Riccardo Freda vedi scheda film
Il romanzo di Victor Hugo si è visto al cinema in parecchie versioni apprezzabili. Produttori, sceneggiatori, registi hanno sempre affrontato con rispetto questa bellissima storia. Ero particolarmente affezionato allo Jean Gabin che vidi adolescente ma debbo dire che questo film di Freda è ottimo e Gino Cervi pure. Prima parte.
I MISERABILI - CACCIA ALL'UOMO (1947)
UNA PAGNOTTA RUBATA comporta per Jean Valjan 5 anni di carcere, o meglio lavori forzati, cui se ne aggiungeranno 3 per un tentativo di evasione fallito. Il “numero 872” non ha commesso altri “crimini”. E’ molto forte, riesce a forzare le sbarre della cella ma non quanto basta, altri 5; si ribella a un sopruso, altri 5. Dopo 18 anni (ora ne ha 41) è libero, gli danno 85 franchi frutto del suo lavoro e il Direttore Javert si accomiata da lui ricordandogli che rimarrà sempre un “ex forzato”, un galeotto. Pur potendo pagare, un albergo gli rifiuta non solo alloggio ma anche un minimo di vitto. Viene indirizzato altrove, stessa indisponibilità.
Finché arriva al Vescovado di Digne, la cui porta è aperta a chiunque. “Sono stato scacciato da tutti per il mio passaporto giallo, sono stanco e ho fame, vi pagherò…”.
Quel che segue credo lo sappiate tutti, l’accoglienza gentile, la cena, i candelabri d’argento che il vescovo ha voluto sulla tavola, un buon letto per passare la notte, la scomparsa all’alba di Valjean e dei candelieri.
E poi il mesto ritorno con le guardie che l’hanno fermato e scoperto il furto, il Monsignore (“vecchio prete” si definisce) che lo scagiona e aggiunge al “regalo” dei candelieri le posate che “aveva dimenticato”. E le sue parole di commiato: “Andate in pace. E non dimenticate mai che mi avete promesso - ora - di usare questo danaro per diventare un uomo onesto”.
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Sono passati 23 minuti dall’inizio del film ed è ormai chiaro a me che si tratta di un’ottima trasposizione cinematografica del romanzo di Victor Hugo, tale da competere alla pari (almeno alla pari) con le successive di mia conoscenza, molto apprezzabili anch’esse: film realizzato benissimo …e Cervi vale Gabin e Depardieu.
Senza dimenticare la valida interpretazione televisiva del 1964 di Gastone Moschin diretto da Sandro Bolchi.
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Si salta a piè pari a MOLTI ANNI DOPO (1820)… Valjean in 10 anni ha fatto fortuna, è il Signor Madeleine, ricco e stimato sindaco di Montreuil, proprietario di una fabbrica con più di 500 operai.
E qui facciamo conoscenza con una povera ragazza, operaia della sua fabbrica, licenziata per i suoi ritardi del sabato dalla "capa sorvegliante" - ma senza l'assenso del proprietario - nonostante abbia una figlia piccola, Cosetta. Ciò che in effetti la condanna ai suoi occhi è di essere madre senza avere marito.
Tutto si risolverebbe senonchè in quel paese è arrivato, come capo della polizia municipale, un signore di cui già abbiamo accennato, nel frattempo divenuto Ispettore Javert. E comincia la "caccia all'uomo" di cui al titolo. Al termine di questa prima parte del romanzo la caccia a Jean Valjean è ancora in corso e Cosetta ha già perso la sua mamma.
Ci si risente a breve con la seconda parte "Tempesta su Parigi".
Parleremo anche degli interpreti. Il regista è Riccardo Freda, che sto conoscendo (e apprezzando) in questo periodo. Qui siamo nel dopoguerra, quando si andava affermando il neorealismo, da lui avversato. Aveva esordito nel 1942 con "Don Cesare di Bazan" (considerato nel suo genere, storico avventuroso, un capolavoro) e proseguì su quel filone spesso - come in questo caso - traendo ispirazione da classici letterari. Fu la quarta pellicola da lui diretta.
La mia precedente recensione pure riguarda un suo film, "Beatrice Cenci", che è del 1956. Nello stesso anno diresse "I vampiri", che mi pare d'aver letto sia considerato il primo horror italiano, cui partecipò anche come attore.
Buona visione, se volete:
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-264eead9-cffd-4608-b693-1ad4354fd9ff.html
A presto...
Saluti da cherubino,
9 novembre 2019
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