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X-Men: Apocalisse

Regia di Bryan Singer vedi scheda film

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La recensione su X-Men: Apocalisse

di YellowBastard
5 stelle

Un compito non semplice per Bryan Singer quello di riuscire a rendere ancora interessante e nuovamente coinvolgente le vicende dei mutanti di Casa Marvel senza tradirne l'enorme aspettativa non soltanto dei fan ma anche della stessa Fox, soprattutto dopo lo splendido ma in parte inaspettato successo, almeno nelle sue proporzioni ben oltre le attese, di DOTFP e questo significava anche assumersi diversi rischi che, forse per l'eccessiva precipitosità nel mettersi al lavoro su un nuovo capitolo o forse per la paura di non riuscire ad essere all'altezza di quello precedente, Singer purtroppo si è invece ben guardato di prendersi.

 

X-Men - Apocalisse - Wikipedia

 

Apocalisse è un film spropositatamente dilatato che può contare sul notevole appeal di un cast straordinario ma su cui la Fox ha puntato eccessivamente ma senza che questi potessero distrarre da un franchise stanco di idee o, strano a dirsi visto il tema portante della saga stessa, incapace di evolvere.

Intendiamoci X-Men Apocalisse quello che deve fare lo fa abbastanza bene e riesce comunque a intrattenere e a divertire

Ma il vero problema è proprio quello che manca: non ci sono novità (e non mi riferisco a inserire qualche nuovo personaggio per poi lasciarlo colpevolmente sullo sfondo), non c'è approfondimento (se non per riprendere gli stessi identici temi/personaggi di dieci anni fa) e non c'è sorpresa per la stessa storia riproposta stancamente, con le stesse scene d'azione e le stesse immagini riproposte più e più volte.

Un film che stancamente si prodiga di arrivare alla fine, con un terzo atto interamente dedicato allo scontro cataclismatico tra mutanti con in palio il destino del mondo.

Paradossalmente, è proprio questa epica battaglia su cui è costruito l'intero film a funzionare meno: troppe le aspettative, forse, ma anche troppe le dinamiche tra i personaggi, a volte anche inutili, o gli alterchi puerili o troppo scontati tra gli stessi, che finiscono per rallentare la storia fino a rendere impossibile, anche per uno stratega degli intrecci come Singer, mantenere una coesione generale e degradando il tutto a un semplice esercizio di effetti speciali, tra l'altro neanche poi così speciali (tranne poche eccezioni). 

 

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Per l'ennesima volta troppi mutanti rimangono ancora perennemente bidimensionali, emblematico in questo senso lo scempio compiuto con i Quattro Cavalieri (e di questo ormai Singer è molto più che recidivo) anche se le cose vanno un pò meglio con la nuova generazione di X-Men, mentre viene sviscerata per l'ennesima volta la drammatica vicenda di un Magneto, comunque ben interpretato dal solito Michael Fassbender, che dopo tutti questi film ancora non riesce a schiodarsi dal lager di Auschwitz (non che non sia un elemento importante per il personaggio ma Magneto non è mai stato solo e soltanto questo!) o soprattutto di una Mystica totalmente trasformata non tanto per esigenze di copione ma per incorrere nel successo e nella popolarità della sua interprete: il parallelismo tra la notorietà e il divismo di Jennifer Lawrence (qui decisamente incolore e svogliata) e la Mystica idolo ed eroina delle nuove generazioni di mutanti (quasi fosse una novella Katniss Everdeen) è talmente eccessivo e forzato che è arrivato a infastidirmi, per quanto è palese il disinteresse della Fox per la natura dei personaggio e la volontà ferrea di sfruttare unicamente la fortuita popolarità di certi suoi attori per costruirne le storie mentre altri, come il povero Nicholas Hoult, non avendone la stessa popolarità vedono il proprio personaggio ridotto a semplice fan service.

 

Buona la prova di Oscar Isaac anche se molto (se non quasi tutto) viene però ineficiato dalla maschera, abbastanza surreale quanto inadeguata, di Apocalisse.

 

Il problema con X-Men Apocalypse è che Bryan Singer suggerisce tante direzioni possibili e finisce invece per scegliere proprio quella meno interessante finendo per essere un film con tanti elementi affascinanti, ma tutti già visti o rielaborati però già nelle precedenti pellicole, ma con altrettanti grossi (troppi) limiti strutturali e (soprattutto) narrativi.

 

 

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VOTO: 5

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