Regia di Bryan Singer vedi scheda film
Meccanismo narrativo collaudato che mette in scena un buon intrattenimento; l'approfondimento di temi e personaggi ha meno spazio che in altre occasioni, ma va bene anche così.
Gli X-Men sono sempre gli X-Men. Chi cerca intrattenimento contornato di temi classici (l'importanza del gruppo, l'inclusione, il pregiudizio verso chi è o sembra diverso.... il coraggio, l'avventura, il dolore) difficilmente resterà deluso dai film di questa saga.
Alcune differenze tra i vari film ci sono, ma senza grosse cadute di tono o di stile.
Gli X-Men sono gli unici personaggi del cinema Marvel che hanno mantenuto le loro peculiarità e, perché no, la loro dignità, vista anche la riuscita dell'intera saga realizzata fin qui.
Il nemico stavolta si chiama Apocalisse, viene dritto dall'antico Egitto ed è verosimilmente il più forte (ed egocentrico e megalomane) mai affrontato dalla squadra di mutanti. Ma questo alla fine poco conta: saranno infatti l'azione, i sentimenti e il pathos reso dai personaggi, con l'ausilio degli effetti speciali soprattutto nelle scene belliche, a dare l'impronta e il senso alla storia.
Il meccanismo narrativo funziona come sempre e il film scorre via piuttosto agevolmente, nonostante la durata di circa 2h20'. Storia secondo i canoni ma non per questo noiosa o gratuitamente stupida, c'è un senso della spettacolarità che tutto sommato non stona nel clima di grande drammaticità che alcuni momenti riescono a regalarci. Scene maestose si accompagnano a dialoghi dignitosi, senza grande approfondimento psicologico ma funzionali alla storia, soprattutto se i personaggi li avete già conosciuti nei precedenti film della saga (X-Men:L'Inizio in primis). Ad alleggerire il clima drammatico e a farci dimenticare qualche scena cruenta provvederà l'ironia del personaggio di Pietro, autore tra l'altro di una scena divertente per non dire geniale, e occorre sottolineare che mai come in questo caso la grafica computerizzata è stata ben spesa e valorizzata.
La regia di Singer fa la sua parte con discreto mestiere, mentre dal cast mi sarei aspettato qualcosa di più. James McAvoy mi è parso sottotono per buona parte del film rispetto alla sue passate incarnazioni del professor Charles Xavier; Jennifer Lawrence non fa sfoggio di tutte le sue grandi capacità: sembra un po' svogliata, ma sarà che fare la supereroina non è proprio il suo ideale. Al contrario Fassbender conferma, se mai ce ne fosse bisogno, il suo valore e la sua grande professionalità, dando un'ottima prova anche in questa occasione. Bene Rose Byrne, nella media gli altri. Premio simpatia e stravaganza ad Evan Peters nei panni di Pietro/Quicksilver e un bravo all'autore della scrittura del personaggio.
Film sconsigliato a chi cerca soprattutto approfondimenti dei temi succitati o accurate analisi dei personaggi; potrebbe comunque piacere a molti e, per una volta, farsi guardare anche da chi non ama i film del filone supereroico.
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