Regia di Bryan Singer vedi scheda film
Bryan Singer riparte da dove si era fermato facendo eccessivamente leva sulla componente spettacolare limitando conseguenzialmente i forti temi che albergano da sempre nella saga. Per giunta, dalle potenzialità di Apocalisse era lecito aspettarsi un trattamento migliore.
Fresco del successo di Giorni di un futuro passato, che ha fatto registrare il più importante incasso della saga (750 milioni di dollari), Bryan Singer ne riprende lo stile senza riuscire a confermarne i pregi, appesantendo al contempo ciò che già funzionava meno bene.
Qualche problema nel legare la trama e un eccessivo tam tam dell’effettisca, fanno sì che Apocalisse sia il capitolo meno riuscito della saga.
Risvegliato dopo migliaia di anni, Apocalisse (Oscar Isaac), il primo dei mutanti e in grado di assimilarne da ognuno i poteri, intende sgretolare la Terra così come la conosciamo.
Recluta un gruppo di mutanti, li rende più forti e trova una spalla in un addolorato Magneto (Michael Fassbender).
A contrastare il suo piano distruttivo, ci sono un gruppo di giovani mutanti capitanati da Raven (Jennifer Lawrence) e da Xavier (James McAvoy) che è anche il tassello che manca ad Apocalisse per completare il suo asset di capacità.
X-Men: Apocalisse (2016): Oscar Isaac
Con X-men. L’inizio (2011) si era inaugurata una nuova, e proficua, traiettoria, già non fosse solo per la presenza, e lo sfruttamento, di interpreti eccellenti quali sono Michael Fassbender e James McAvoy.
Quell’eleganza formale, si era un po’ affievolita con Giorni di un futuro passato e con Apocalisse viene quasi del tutto travolta.
Se il controllo dei poteri, e la loro estensione verso il massimo della resa, e il tema ricorrente della saga, ovvero da che parte stare e se credere ancora in un futuro condiviso con l’umanità, qui a dire il vero più spettatrice del solito, sono elementi ripresi, gli scenari molteplici e i tanti punti di vista rischiano di essere più zavorre che occasioni per rendere più appetibile il discorso.
Oltre che in precisione, ci sono alcuni buchi inspiegabili, c’è proprio un problema di equilibrio tra le parti, passando con superficialità dal dolore alle finestre più leggere; nel primo caso la tragedia che segna, nuovamente, Magneto non raggiunge alti livelli di pathos finendo con l’apparire come una sequenza di balzelli umorali inseriti in un processo che spiega poco (e male), nel secondo, in qualche circostanza, va meglio e ancora una volta la gloria spetta a Quicksilver con un’entrata in scena in pompa magna con un salvataggio di massa anche se poi lo stesso ha un legame fondamentale che rimane irrisolto (non si sa nemmeno come visto che la notizia sembra circolata un po’ ovunque).
Poi, l’eccessivo sovraccarico degli effetti speciali, in tal senso l’apertura, che ricorda i peggiori film su epoche antiche, è eloquente, non è di gran aiuto, ad eccezion fatta per la parte attinente a un autentico catastrofic movie che può competere per devastazione con i principali esponenti del settore.
Fortunatamente, è immancabile, quanto attesa, la carrellata su mutanti vecchi, nuovi e ripresi (di tutto e di più), con un’apparizione violenta e incontrollabile dell’assente di lusso, mentre Apocalisse convince più nelle azioni, roboanti, che nei tratti somatici (non ha proprio l’espressione da super villain quale sarebbe) e psicologici (qui la sceneggiatura si riconferma deficitaria).
In un itinerario che predilige azione e grafica, l’enorme cast, ormai tra i cinecomic sembra in atto una gara a chi ce l’ha più lungo, ha un impatto inferiore alle attese, nonostante siano indiscutibili le qualità di Michael Fassbender, ma le sue lacrime funzionano di meno e la sua rabbia è meno accompagnata.
Poi, James McAvoy e Jennifer Lawrence sono decisamente nella media, non una grande cosa per due assi come loro, la new entry Tye Sheridan senza sguardo può fare poco, Oscar Isaac scompare nell’effetto, Sophie Turner invece ha un ruolo centrale, ma come altri rimane parzialmente bloccata dalla limitata capacità di guardare oltre, mentre Evan Peters e Nicholas Hoult sono i più scaltri e Rose Byrne rimane nel limbo (anche qui, in una sequenza avrebbe potuto piegare i cuori più duri).
Ed è così che, per la prima volta, un film sugli X-men mi lascia titubante, trasformandosi in un blockbuster fatto e finito, per questo comunque immagino che il pubblico apprezzerà (e in fondo in questo campo regge), che della gloria dei tempi, anche recenti, presenta solo alcune schegge che aiutano giusto a far deglutire un boccone sostanzialmente, e inaspettatamente, amaro.
Precario.
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Condivido; premetto di essermi divertito però le aspettative erano al minimo storico, inizialmente Singer regala 2 piani sequenza discreti però dalla seconda metà ahimè non riesce a controllare bene e a bilanciare gli effetti speciali virando verso il classico e poco qualitativo disaster movie a stelle e strisce (da questo punto di vista i fratelli Russo sono stati leggermente più bravi con Capitan America); comunque si mi sono divertito ma adesso basta con sti mutanti/super-eroi :)
Ciao Andrea, anche io mi sono divertito, altrimenti gli avrei dato al massimo due stelle visto che di difetti ne ha da vendere.
E poi, dopo l'agghiacciante incipit temevo francamente il peggio, mi chiedo il significato di uno stordimento tale (anche solo nel precedere il logo della saga), mentre il disaster movie non mi è affatto dispiaciuto anche se ovviamente non è che si possa sorprendere e soprattutto gli X-men spesso mi hanno sorpreso per una qualità trasversale qui praticamente assente.
E sugli eroi e mutanti ormai siamo invasi, così facendo prima o poi si arriverà il collasso (rimpiango gli "eventi" di sole poche stagioni fa quando attendevo un titolo per mesi) anche se al momento la maggior parte viaggia a gonfie vele.
;-)
Fantastica recensione! Sono Pienamente d'accordo!
Troppo gentile!
:)
lo andrò a vedere per marvelliana dipendendenza di origine adolescenziale, ma - come fai capire tu - non tutte le ciambelle riescono col buco...
Ciao Luigi, aspetto di leggere cosa ne pensi e spero possa piacerti di più.
Io adoro gli X-men al cinema, ma questo mi è sembrato uscire in buona parte da quel seminato che mi ha sempre affascinato... diciamo più piegato verso il blockbuster a matrice "supereroi" che va per la maggiore.
Niente di male in generale, ma con questa saga mi sono abituato bene!
;-)
Grande Dany, ottima analisi che condivido pienamente. Avrei voluto farla anch'io ma per motivi di tempo sono stato più stringato. Sicuramente un nono episodio parte svantaggiato perché deve far fronte agli otto film che l'hanno preceduto. È vero anche che i film precedenti non son tutti allo stesso livello e parecchie incongruenze e anacronismi costellano le ultime pellicole. Probabilmente Singer avrebbe dovuto focalizzarsi prima su quello che ancora si poteva affrontare e dire e poi sul come spettacolarizzare il tutto. Invece il risultato a cui abbiamo assistito sembra un esercizio di un buono studente fatto con svogliatezza e scarso impegno e col minimo sindacale per ottenere un film godibile, anche se poi in quest'ottica i momenti morti diventano imperdonabili. Vedremo cosa ne sarà del prossimo episodio, intanto partecipo comunque al concorso Uci per vincere il cofanetto! ;-P
Un cofanetto non si rifiuta mai!
:)
Dunque, io continuo a chiedermi il perché di Apocalisse quando hai Michael Fassbender e James McAvoy da spremere, ma soprattutto, si poteva fare tutto comunque.
Mi sembra che la concentrazione sia stata troppo rivolta allo spettacolo sminuendo il fattore "X-men".
Per me scelta imperdonabile, per quanto poi mi sia comunque divertito; se si fosse intitolato "Apocalisse, il mondo è in pericolo" gli avrei dato un voto più alto, ma nell'universo dei mutanti non posso che considerarlo uno tra i peggiori.
;-)
Ciao, recensione perfetta che rispecchia la mia opinione sul film (tra poco scriverò due righe anche io). Il difetto maggiore, secondo me, sta nella regia. Singer è bravo quando sta su canoni "classici" (Valchiria, I Soliti Sospetti), quando filma scene come lo scontro tra Wolverine e Magneto sulla metropolitana nel primissimo X-Men. Quando però cerca di abbracciare un'estetica visiva più "pop", fumettosa e digitale, diventa terribilmente kitsh (tranne in rarissimi casi, vedi la bella entrata in scena di Nightcrawler in X-Men 2): Apocalisse è la saturazione di un cinema che Singer mostra di non saper controllare.
Tutto vero. Più che "non saper controllare", mi sembra si senta talmente sicuro, forte anche del successo del capitolo precedente, da finire con lo sbrodolare da più parti.
E anche nel precedente, il kitsch digitale veniva fuori da tutta la parte futuristica mentre il passato, classico (un pò come i film che hai citato), era un'ancora di salvezza che questa volta non è bastata, troppo contaminata da una visione opacizzata che tende a mangiarsi la sostanza del soggetto conflittuale "x-men".
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