Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Nel 1938 accadde che la Germania annettesse i territori dei Sudeti sotto la minaccia di un’invasione motivata dalla difesa della minoranza tedesca in Cecoslovacchia. Un pretesto vecchio come il cucco ma ancora molto efficace che consentì ad Adolf Hitler di intervenire negli affari interni di un paese sovrano... Sotto la minaccia di un’invasione che terrorizzava la repubblica cecoslovacca, quanto le potenze europee, fu stipulato un accordo, il 29 settembre 1938, a Monaco di Baviera, che metteva fine alle dispute, iniziate nella primavera di quell’anno, sui territori contesi. Gran Bretagna, Francia, Italia e Germania firmarono il trattato senza che il governo cecoslovacco fosse chiamato in causa, dando inizio, di fatto, all’ascesa del III Reich in Europa. Era il preambolo alla Seconda Guerra Mondiale che sarebbe iniziata in Polonia l’anno successivo. Nonostante l’ignavia del Governo Chamberlain non tutta la Gran Bretagna condivideva le posizioni attendiste del primo ministro. Il sentimento antinazista era già radicato sul suolo britannico a prescindere dalle minacce di guerra del momento.
Il cinema, all’epoca, era un mezzo di propaganda efficace quanto lo sono ora le televisioni e la rete. Fu un’arma in mano agli alleati efficace quanto le bombe perché seppe amplificare il dilagante sentimento anti-tedesco. Alfred Hitchcock, che non nascose mai la sua antipatia per Hitler, diede il suo contributo alla propaganda girando in quello stesso periodo “La signora scompare” tratto dal romanzo della scrittrice britannica Ethel Lina White pubblicato nel 1936. Il libro era stato adattato lo stesso anno da Frank Launder e Sidney Gilliant e la sceneggiatura, piegata alle dinamiche geo-politiche dell’epoca, piacque molto al regista che ne riconobbe il potenziale umoristico e la connotazione anti-fascista. Il film uscì nell’ottobre del 1938 quando la sceneggiata cecoslovacca era già stata consumata. Il film ottenne grande successo in Inghilterra e Stati Uniti per la forte componente politica del contenuto, benché non ci fossero riferimenti precisi alla Germania (e al suo folle condottiero), responsabile dei fatti accaduti nei giorni precedenti l'uscita nelle sale.
Il film ambientato in uno stato immaginario nel cuore dell’Europa iniziava in una località sciistica dove una valanga costringeva un treno ad interrompere la corsa. Costretti a passare la notte in un Hotel alcuni cittadini inglesi facevano conoscenza prima di imbarcarsi per il viaggio di ritorno in Inghilterra. Vi era una giovane ereditiera in vacanza con le amiche, un giovane musicologo esperto di arie tradizionali, una coppia di amanti clandestini ossessionati dalla privacy, un duo di “amici” appassionati di cricket ed, infine, una vecchia signora desiderosa di tornare in Inghilterra dopo sei anni di lavoro in quel paese oramai vessato da una tirannide. Ma l'anziana donna, che nascondeva ben altra posizione dietro la bonaria espressione di amabile e impicciona governante, sentì durante qual forzato soggiorno, troppe cose perché potesse uscire indenne dal paese. Loro malgrado gli ospiti dell’Hotel, divenuti l’indomani passeggeri del treno, venivano coinvolti nell’affare della donna scomparsa a cui la sola Iris Henderson sembrava importare. Anzi la giovane creava a bordo del treno uno scompiglio tale da costringere chi di dovere a porre fine alla ricerca dell’anziana Miss Froy. Ad aiutare Iris era il giovane Gilbert attratto dalla bellezza della ragazza più che dal desiderio di risolvere un rebus i cui soli indizi erano una bustina di tè, una scritta sul vetro e una valanga di bugie. Nel 1938 gli immortali capolavori di Alfred Hitchcock non erano ancora stati scritti ma la sua filmografia era già copiosa e molti dei temi che lo avrebbero reso famoso erano già stati elaborati nel periodo inglese. In "The lady vanishes" è facile ritrovare il tema della persona comune accidentalmente trascinata in trame complesse e misteriose. La giovane Iris, infatti, era testimone della scomparsa di Miss Froy ma veniva sconfessata da un intero scompartimento e scambiata per pazza anche da coloro che intendevano corroborare il suo punto di vista. Di fronte alla sventurata ed inconsapevole vittima di un gioco di spionaggio il tema del doppio si sviluppava nelle menzogne che spingevano i vari personaggio a mentire, dalla coppia di amanti clandestini preoccupati dalla cattiva pubblicità sui giornali, all'infingarda baronessa tedesca che, insieme al nome tedesco del medico, era l'unico accenno alla Germania nazista. Hitchcock non risparmiava nemmeno l'Italia, alleata di Hitler, nella figura del laido e pitocco illusionista che combatteva con i protagonisti per far sparire le prove del delitto. La censura italica non rimase impassibile alla sfrontatezza del regista inglese trasformando, impunemente, il signore e la signora Doppo in cittadini spagnoli, eliminando così, grazie al doppiaggio l'onta subita dalla nazione che pur rimaneva evidente nelle scenografie del mago stipate nel vagone dei bagagli. In un film volutamente ideologico il tema preponderante era tuttavia quello politico, soprattutto nella seconda parte. Assumendo un ritmo più consono al cinema di spionaggio, quindi meno statico e meditativo, ma pur sempre ironico, Hitchcock elaborava la sua visione della società inglese. Miss Froy era l'anima battagliaera del Regno, Iris Henderson rappresentava l'abnegazione della donna/uomo comune di fronte alle difficoltà che colpiscono il proprio paese, Gilbert Redman era lo scetticismo di una parte della società civile che si tramutava pian piano in concreto appoggio alla causa. Coldicott e Charters, sul cui orientamento sessuale non veniva data alcuna spiegazione, salvo mostrarli seminudi nello stesso letto in una scena alquanto audace per l'epoca, rappresentavano l'assoluta estraneità al contesto (loro erano interessati solo dall'esito di una partita di cricket). Pur tuttavia spezzavano la loro neutralità, foss'anche per salvare la pelle, e condividevano mezzi e strumenti per salvare se stessi ed il gruppo dall'assalto al treno (l'occupazione dell'Europa libera da parte dei tedeschi già ventilata ma non ancora compiuta) per tornare, poi, alle proprie ammentità. Mr. Todhunter incarnava il pusillanime atteggiamento del primo ministro e di quanti volevano arrendersi a Hitler in nome di una pace corrotta dalla dittatura. Un personaggio quello interpretato da Cecil Parker che subiva la stessa fine di Neville Chamberlain, rimpiazzato, non a caso, da Winston Churchill l'anno successivo. Fragile e piagnucolosa era invece "Mrs" Parker come coloro che non si rassegnavano alla sventura dell'Isola ma non erano capaci di muovere un dito per modificarne il destino. C'era, infine, spazio, in questa rappresentazione di una guerra imminente, per la "resistenza", nella figura della suora che aiutava i due giovani in un impeto di carità o di sopraggiunta chiarezza.
Oltre ottantanni dopo la vanitosa superiorità britannica di Mr Hitchcock ci appare vittoriosa in una rilettura interpretativa della storia bellica. Il treno arrivava in porto, i tasti del pianoforte suonavano ancora e le informazioni venivano processate. La guerra veniva vinta dagli alleati, l'inno veniva suonato trionfante su Londra e la corsa del Reich veniva interrotta grazie ai sacrifici di un grande paese. "La signora scompare" era dunque l'oracolo della superiorità britannica.
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