Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
Manoel De Oliveira, leggenda della Storia del Cinema mondiale, continua a uscire con nuovi film anche dall'aldilà. E non sarebbe potuta finire altrimenti. Se n'è andato a 106 anni passati, nell'aprile del 2015, ancora sufficientemente lucido e (iper)attivo per poter portare a termine questo documentario-omaggio all'energia (intesa in senso lato: e lui decisamente ne ha avuta parecchia); a giugno dello stesso anno, ecco arrivare - a postproduzione effettuata in assenza del maestro, per cause di forza maggiore - il film finito, un cortometraggio della durata di un quarto d'ora nel quale le immagini di Hulha branca, un lavoro diretto dallo stesso De Oliveira nel 1932, si alternano a scene girate oggi in quei medesimi luoghi, 83 anni dopo, e a sequenze di ballerini e musicisti classici che, nelle intenzioni del regista, simboleggiano l'energia della creatività artistica. Da notare che musicisti e ballerini appartengono a due famiglie di artisti; allo stesso modo, vuole dirci De Oliveira, con questo lavoro il regista omaggia il padre proprietario della prima fabbrica di lampadine del Portogallo, argomento centrale di Hulha branca: di energia in energia, seguendo l'albero genealogico. Particolarmente impressionanti risultano i raffronti fra le scene girate a 83 anni di distanza negli stessi luoghi (e dallo stesso autore), un esperimento cinematografico che difficilmente qualcun altro al mondo riuscirà mai a eguagliare o superare; la grandezza di De Oliveira, d'altronde, ha coinciso anche con la sua longevità, con una salute ferrea che gli ha concesso grandi slanci artistici anche in età estremamente avanzata. 6/10.
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