Regia di Zoe Berriatúa vedi scheda film
31° TGLFF - QUEER AWARD
Presso una scuola di recupero per ragazzi problematici e disadattati, si incontrano tre di essi: due ragazzi ed una ragazza, emarginati e spesso derisi dagli altri, desiderosi di riappropriarsi ognuno di una propria dignità e di poter finalmente essere in grado di mettere in ginocchio i molti avversari che si avventano sulla loro strada, cercando di sbarrarla o condurla verso il precipizio.
Due dei tre ragazzi, il biondino e la ragazza, ladri cronici presso i supermercati, appaiono ancora recuperabili: il terzo, quello più intransigente, colui che si convince sempre più di essere la vittima sacrificale della società e delle cospirazioni altrui, quindi spinto a ribellarsi per prevaricare il nemico, arriverà ad un passo dall'autodistruzione, commettendo le efferatezze più brutali in nome di una difesa che mira a prevenire l'attacco del nemico sempre in agguato.
Un nuovo "Bande à part" cinquant'anni dopo (ma c'è chi ci vede elementi da Jules e Jim e commistioni con Arancia Meccanica), dove la violenza diviene un linguaggio di comunicazione per far capire al nemico che il ruolo della vittima e del carnefice si stanno scambiando di posizione, invertendosi.
Buona la prova dei tre giovani protagonisti, tra i quali merita una menzione senz'altro Jorge Clemente, impegnato a rendere la disperazione senza fine del personaggio più drammatico e perdutamente senza ritorno del gruppo: il suo ghigno indolente, la sua perenne smorfia resa digrigante da due labbra a taglio che sembrano fenditure o lembi lacerati di una ferita da taglio, sono inquietanti ed insieme straordinarie: probabilmente non tanto facili da dimenticare.
Dirige con una certa perizia e un saldo controllo sulle dinamiche della vicenda a tre, il valido Zoe Berriatua, presente in sala per presentare la sua opera, e proteso a raccontare come è nata la necessità di fondo che anima e porta verso il baratro il gruppo infelice ed irrisolto di giovani delinquenti. Produce una vecchia volpe come Alex De la Iglesia, e la notizia ci evoca solo pensieri positivi e promettenti quando lo scopriamo, accedendo alla proiezione: sentimenti che riescono a mantenersi tali fino alla fine.
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