Regia di Craig Gillespie vedi scheda film
Craig Gillespie, regista australiano evidentemente in debito con l'immaginario selvaggio del suo paese, si immerge ( è proprio il caso di dirlo) nella storia realmente accaduta dell'impresa strepitosa compiuta da una motovedetta della guardia costiera che nel 1952 trasse in salvo l'equipaggio della petroliera Pendetlon spezzatasi a metà durante un'abnorme tempesta. Protagonista del film è Chris Pine, che per l'occasione sfoggia un taglio di capelli alla playmobil, il quale interpreta con un po' troppe smorfiette Bernie Webber, comandante della navetta responsabile dell'eroica impresa, al fianco del quale si trova il suo aiutante Livesey, interpretato da uno stranamente pacato Ben Foster. Dall'altro lato del mare invece le sorti di quel che resta della petroliera sono affidate all'esperto ufficiale Sybert (Casey Affleck un po svogliato) che tenterà in tutti i modi di limitare i danni in attesa di soccorso. Il film gioca sul doppio registro narrativo , alternando in fase di montaggio le sorti dei due capitani/ ufficiali, entrambi in balia di un mare famelico e digitalmente ricostruito. Le sequenze in mare(in realtà quasi tutte) sono rese egregiamente, nonostante come già detto, l'impiego del digitale sia massiccio; in particolare quella del salvataggio dei singoli membri dell' equipaggio che si gettano uno ad uno nel mare in tempesta appesi alla scaletta della petroliera è particolarmente riuscita e facile da apprezzare, soprattutto se dotati di un impianto home theatre come si deve. Ovviamente le carte furbette il film se le gioca tutte: fidanzatina sulla terra ferma che piagnucola aspettando il rientro, una storiella d'amore edulcorata carina carina , happy ending hollywoodiano, tutti elementi che delineano un prodotto che guarda allo spettatore medio nel modo più scontato possibile, confezionato per famiglie con pargoli al seguito, ma che tutto sommato riesce ad intrattenere infastidendo il giusto
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