Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Non è all'altezza di "Compagni di scuola" né di "Borotalco" e neppure dei più recenti "Ma che colpa abbiamo noi" o "Posti in piedi in paradiso", ma si lascia vedere grazie anche all'inedita accoppiata con Antonio Albanese.
Non passerà certo alla Storia come uno dei migliori film di Carlo Verdone e posso comprendere le stroncature di molta critica e numerosi utenti. Ritengo tuttavia che si corra il rischio di gettar via la classica acqua sporca con il bambino negando alcuni spunti divertenti, un ritmo accettabile nel susseguirsi degli improbabili eventi e, soprattutto, l’idea di accoppiare per la prima volta due attori, assai diversi nei rispettivi generi di comicità, per “vedere di nascosto l’effetto che fa”, per dirla con Enzo Jannacci. Sul piano recitativo, il confronto tra i due finisce a pari merito. Carlo Verdone resta fin troppo fedele al suo comunque valido umorismo, presente anche nelle battute affidate ai personaggi di contorno, lasciando intelligentemente ad Antonio Albanese il suo personalissimo stile. Sembra non voler interferire sul modo di recitare del coprotagonista, a tutto beneficio della buona alchimia che ne scaturisce. Divertenti e indovinate la caratterizzazioni dei personaggi femminili, in particolare la ragazza asiatica con accento romanesco. Un espediente che funziona sempre nei film dell’autore romano. Anche i suoi più ferventi ammiratori non possono tuttavia non restare delusi da una sceneggiatura poco originale, da un racconto privo di plausibilità e da una serie di scenette troppo prevedibili e che sanno di già visto. Il finale con pernacchia alla Totò dei momenti meno felici fa cadere le braccia e rischia di far naufragare una commediola fin lì esile ma pur sempre accettabile.
Credo comunque che sia prematuro vedere in questo film il segno di una irreversibile decadenza di uno delle migliori figure del cinema italiano degli ultimi 35 anni. Sono stato tra quelli che videro in “To Rome with love” (2012) la fine ingloriosa del cinema di Woddy Allen. Un anno dopo, arrivò “Blue Jasmine” e capii di essermi sbagliato. Coetaneo di Carlo Verdone, sarei curioso di vederlo, ora che ha fatto il suo ingresso anagrafico nella cosiddetta terza età, alle prese o con il suo primo film drammatico (di cui credo sia capace) o con una pellicola nel quale non comparisse come attore. A meno che non abbia già in mente una di quelle sue trovate che ne hanno fatto uno dei migliori autori di una certa commedia all’italiana che gli deve un paio di decenni di dignitosa sopravvivenza.
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