Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Nella sua carriera, non si può certo rimproverare a Carlo Verdone di non aver voluto confrontarsi con altri bei nomi del cinema italiano: Ornella Muti, Sergio Rubini, Margherita Buy, Sergio Castellitto, Silvio Muccino, Paola Cortellesi, Enrico Montesano, Alberto Sordi, Laura Morante.... La coppia comica formata con Antonio Albanese, potenzialmente, era interessante eccome: Verdone ha optato per costruire attorno a sè e al creatore di Alex Drastico, Frengo Stop, Epifanio e Cetto LaQualunque una storia rocambolesca, un pò alla De Funès, in cui un equivoco avvia un gioco di trappole ed espedienti su un grosso gruzzolo trovato in una valigetta, che naturalmente inguaia i due coprotagonisti, due disgraziati che sopravvivono a stento, un attore senza ruoli ed un investigatore-giallista che si è ridotto a dare la caccia ai gatti di signori benestanti. Il film ha un avvio macchinoso, per migliorare strada facendo: e qualche numero dei due, va detto, fa sorridere discretamente. Però la sceneggiatura non serve in maniera paritaria le due star, e Verdone ha molte più occasioni di conquistare i riflettori, Albanese in qualche momento appare forzato, e quel che delude è il ricorrere a vecchi cavalli di battaglia dei due commedianti, vedi la posa alla "duro di periferia" verdoniana e l'accento meridionale di laqualunquian-drastichiana provenienza. C'è lo sberleffo ad una politica idealista di facciata e losca in concreto, il racconto di ultracinquantenni che faticano a mettere insieme un pranzo ed una cena, ma dopo "Posti in piedi in Paradiso", è da registrare un inizio di involuzione di Carlo Verdone, che si spera passeggero soltanto.
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