Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Lo smalto che impregnava la comicità dei personaggi di Verdone è ormai sbiadito, come un oggetto usurato dal tempo che resta utile ma non più attraente o piuttosto bello. Carlo Verdone è ormai imitatore di se stesso e ruba sorrisi con la sua familiare espressività che, ormai usata allo stremo, finisce per essere banale e prevedibile; tutto è esasperato dalla presenza di Albanese che sembra portatore di una comicità estrema, un po’ sopra le righe che, a tratti, può disturbare. I due personaggi, i due attori stessi, liberamente e volontariamente associati, sembrano stonare come può esserlo l’assonanza tra due colori discordanti, essendo l’uno troppo riservato e l’altro come sopra. A parte qualche buona battuta non può non dispiacermi l’utilizzo di scurrilità (calpestare escrementi con tanto di primo piano a tutta camera) come nei peggiori cinepanettoni. Se anche Carlo si è ridotto a questo, per qualche risata in più, mi chiedo se i fedelissimi riusciranno a sostenere questa provocazione non potendo far altro che continuare a rimpiangere i film del Carlo che fu.
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