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L'abbiamo fatta grossa

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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La recensione su L'abbiamo fatta grossa

di M Valdemar
4 stelle

 

locandina

L'abbiamo fatta grossa (2016): locandina



L'hanno fatta (nella) media.
Lunga quasi due ore, ma è una normale commedia stanca, l'ultima fatica di Verdone. Che - pur sforzando una digressione dall'abituale percorso (partner maschile in luogo della tradizionale spalla femminile) - evacua il medesimo garbato prodotto in zona equivoci e sventure dalle pallide tonalità grottesco-tragicomiche.
Il pretesto è una storiella come tante, di quelle con protagonisti simpatiche canaglie travolte da affari più grossi di loro che prendono una brutta piega: il caso forma la coppia (apparentemente malassortita), il caos (una decisione sbagliata) li porta per mari e monti di guai. Da attraversare armati di attitudine cialtrona e caciarona, ovviamente.
E so' risate. Sarebbero. Tutt'al più, si ridacchia, a tratti(ni): gag e siparietti (sparati oltretutto in modo discontinuo e grossolano) non hanno certo il fresco odore delle buone occasioni.
La composizione comica anzi si caratterizza per elementi stantii e abusati, dal richiamo facile facile: la zia rimbambita, la spasimante genuinamente stramba, la giovane vicina-aiutante asiatica dal forte accento romanesco. S'immagini cosa ne verrà fuori. Un po' come lo "strano" duo, si (soprav)vive di trovate, insomma; e sempre di un certo gusto non propriamente raffinato: esemplare la scena nel solarium, nel quale i Nostri, in tenuta clericale, liberano sollazzevoli un colorito sketch rozzamente allusivo.
Ma pazienza: si capisce già dai (cog)nomi (l'uno Merlino l'altro Pelagatti) quale sia l'andazzo, lo stimolo.
Poco stimolante - banalmente accidentale -, invero, la sottotraccia "giallo-spy", partorita da quella che si potrebbe definire la 'valigetta del mistero', e proseguita come accelerante delle imprese buffe della coppia di sfigati. Trascurabile la galleria di personaggi di contorno (cattivi compresi), nella norma (verdoniana) la fattura tecnica.
A destare semmai un minimo dallo stato di seduto sopore è l'appendice (più o meno) drammatica: sbilenca, stridente, sfocata; sorta peraltro su basi per nulla convincenti (d'accordo, l'attore fallito è scemo, ma pure l'ex carabiniere ora investigatore commette le stesse sciocchezze?).
Non è chiaro dove si voglia andare a parare, con questa soluzione estemporanea: se L'abbiamo fatta grossa non scade nella farsa più deleteria (come la moltitudine delle commedie odierne), nel complesso, data la palese carenza d'ispirazione, è solo per il mestiere solido (d'attori-performers consumati) di Verdone e Albanese: se il regista-sceneggiatore romane estende il suo inconfondibile noto repertorio di sicura presa, il secondo tende all'overacting.
Date le premesse, e le aspettative, inoltre, l'intesa si rivela non così devestante, funzionando solo a strappi. Non basta la pernacchia in simultanea, sul finale, a fare una coppia efficiente e memorabile. Se non altro il gesto - pure paraculo giacché indirizzato al politico-delinquente - chiude il film.
Grossa liberazione i titoli di coda.


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