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The Pills: Sempre meglio che lavorare

Regia di Luca Vecchi vedi scheda film

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La recensione su The Pills: Sempre meglio che lavorare

di mm40
3 stelle

Tre amici romani trentenni tentano in ogni modo di protrarre a oltranza la loro adolescenza; il primo obiettivo è quello di non lavorare.

 

C'era indubbiamente dell'attesa attorno a questo esordio sul grande schermo da parte dei The pills, trio di comici nato su internet e trasportato qua e là anche in televisione; l'operazione può ricordare quelle sostenute negli ultimi anni da simili instant-star giovanilistiche come Maccio Capatonda o i Soliti idioti (innanzitutto personaggi televisivi, ma che hanno spopolato anche grazie al web) e sicuramente nel futuro prossimo coinvolgerà altri nomi affini. Ma in definitiva si tratta di tre prodotti ben diversi, con risultati altrettanto distanti: se l'Italiano medio di Capatonda (2015) è un interessante ritratto satirico-demenziale dei nostri giorni e i Soliti idioti sono l'impersonificazione dell'infantilismo coprolalico e della mancanza di idee, per i romani The pills il discorso va affrontato su un duplice piano. Innanzitutto (la buona notizia) quello formale: già negli sketch elaborati per la rete Luca Vecchi (che qui firma come unico regista), Matteo Corradini e Luigi Di Capua sfoggiano buone se non ottime competenze in termini di estetica e di tecnica cinematografica; in Sempre meglio che lavorare tali competenze risaltano senza dubbio; ma che dire della storia, dei contenuti del film? Eccoci alla brutta notizia, anzi alle brutte: il ritmo è spesso inesistente, gli espedienti narrativi blandi o inefficaci (l'eterno ritorno alle chiacchiere attorno al tavolino non può funzionare per un'ora e mezza consecutiva senza stancare), la trama non ha più di tanta sostanza da offrire. Da apprezzare comunque l'approccio realistico, l'ambientazione nell'Italia della crisi economica, dell'immigrazione in crescita e dell'alto tasso di disoccupazione; ma l'impressione di fondo che lascia il film è che si tratti della classica opera prima vagamente esistenziale-generazionale in cui gli autori tentano di infilare troppo di sè stessi, a discapito della tenuta logica e della concretezza degli argomenti. In sceneggiatura ai tre componenti del gruppo comico si affianca Luca Ravenna; nel cast compaiono anche Francesca Reggiani, Margherita Vicario e Giancarlo Esposito. Siamo sicuri che non sarebbe stato meglio girare un corto, o - ampliando e sviluppando le idee di questo film - una serie? All'obiezione che tutto questo i The pills l'hanno già fatto, non si può che replicare che allora, evidentemente, i tempi non erano ancora del tutto maturi per il debutto cinematografico. 3,5/10.

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