Regia di Otar Ioseliani vedi scheda film
Uno scanzonato rondò per rappresentare l'avidità e l'assurdità della società occidentale (su quella esteuropea, era temporaneamente consigliabile tacere), al seguito di un servito di piatti e di un ritratto di ragazza, realizzati nel Settecento e giunti, alquanto rimaneggiati, ai giorni nostri. Gli oggetti passano di mano grazie all'intervento dei "favoriti della luna", locuzione con cui Shakespeare definisce i ladri. Non è consigliabile intestardirsi a voler trovare specifici significati per ogni personaggio o evento che scorre sullo schermo: Ioseliani ha certamente anche il gusto dello sberleffo. Ci si potrebbe limitare a definire Ioseliani, come fa Giovanni Grazzini (dopo un bel po' di chiacchiere che tentano di dare un senso compiuto a quanto ha appena visto sullo schermo), «un merlo canterino che vola sulla realtà e ne cinguetta l'assurdo».
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