Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Questa è una pellicola davvero "fondamentale" per il rinnovamento e l'evoluzione del linguaggio della nostrana cinematografia troppo a lungo mortificata dal poco salubre clima dei "telefoni bianchi".
I meriti (e i pregi del risultati raggiunti) sono tutti attribuibili alle straordinarie capacità di Luchino Visconti, qui alla sua opera prima, dopo i produttivi anni di apprendistato in francia alla scuola di Carné e soprattutto di Renoir.
Insieme al realismo dell'ambientazione (inusuale per l'epoca) , emergono i forti toni e le fosche tinte del melodramma, tanto caro a Visconti (ma anche ad altri registi italiani considerati però in quei tempi troppo commerciali e disimpegnati come Gallone o Matarazzo).
Tratto da un romanzo americano di successo più volte tradotto in immagini, ma raccontato sotto l'influenza prioritaria della "lezione" stilistica del cinema francese, Ossessione ripropone l'eterno triangolo composto da un marito, una moglie e l'amante di quest'ultima e dove tutto può essere dunque ricondotto a una "semplice questione di corna", Obiettivo primario dunque, distruggere una coppia ormai fallita e costituirne una nuova.
Ne consegue la messa a punto di un omicidio quasi perfetto che non sortirà però l'effetto desiderato, e i cui risultati finiranno per essere molto lontani dal raggiungimento di una agognata serenità, soffocati come saranno dall'emergere di rancori e sventure... Il "vizio" dunque sarà alla fine ancora una volta punito, perchè, come si sa....Il postino suona sempre due volte!
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