Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Un esordio fragoroso dietro la macchina da presa quello del milanese Visconti che,memore della lezione realista francese(soprattutto quella di Renoir di cui era aiuto regista)trae da una fonte letteraria americana un noir in salsa padana che ha il merito storico di aver creato un genere,quello del neorealismo.Gia'l'idea di adattare un classico noir americano ad un ambientazione che è quanto di piu'lontano si possa immaginare è un colpo di genio inoltre questo film sorprende ad ogni inquadratura.Quello che stupisce ancora oggi a decenni di distanza è la maturita'stilistica di questo esordio,la fotografia contrastata maestra nell'alternare luci e ombre creando dei quadri in movimento ,la descrizione senza falsi poetismi del marasma della provincia italiana nella bassa Padana,una provincia in cui tutti i giorni scorrono uguali ,inesorabili,in cui non succede mai nulla.Ma quando il vagabondo Girotti(guardandolo ci si rende conto di quanto sia cambiata negli anni la definizione di sex symbol,oggi abbiamo tutti efebi depilati,truccaati,sistemati,Girotti in questo film ha proprio l'aria del rude manovale,peloso,con ciuffi di peli abbondanti anche sulla schiena,cosa che al giorno d'oggi farebbe orrore)incontra la moglie giovane e insoddisfatta (una Calamai mai cosi'espressiva)di un laido proprietario di locanda.La passione irrefrenabile porta al crimine ma porta anche all'ossessione per tutto quello che puo'accadere:che il complice tradisca,che la polizia capisca tutto,ossessione per le vampate di rimorso che assalgono i due,ossessione amorosa e di gelosia che attanaglia lei in modo inspiegabile.E la follia assieme alla rovina è dietro l'angolo proprio mentre si cercava di fuggire per ripartire da capo....Poco altro da dire,semplicemente un capolavoro....
non male
ottimo
mai cosi'espressiva
una presenza magnetica
grande e stupefacente maturita'stilistica.Un esordio memorabile
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