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Il mago, l'incredibile vita di Orson Welles

Regia di Chuck Workman vedi scheda film

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La recensione su Il mago, l'incredibile vita di Orson Welles

di mm40
6 stelle

La vita e le opere di un Maestro del cinema: Orson Welles.

 

Di fiction e di documentari riguardanti l'incredibile vita di Orson Welles se ne sono visti tanti, ma effettivamente questo Magician mancava ancora all'appello. Un lavoro sulla carta semplice, una 'normale' biografia su pellicola che ripercorre le gesta dell'enfant prodige che si attirò le ire di Hollywood e per sopravvivere finì a recitare in operine di infima importanza e perfino spot pubblicitari, dell'uomo che amò tante dive (quella con Rita Hayworth fu una delle più tormentate unioni del cinema americano) riuscendo a sfuggire dalle grinfie di tutte, flirtando innanzitutto con sè stesso e con il proprio incontenibile narcisismo; del genio che da solo mise in piedi un film rivoluzionario come Quarto potere (1941) e che firmò nonostante mille avversità altri grandissimi pezzi di cinema (L'orgoglio degli Amberson, L'infernale Quinlan, Lo straniero...). Già dall'impossibilità di contenere in poche e semplici righe l'oggetto di un rapido sommario di ciò che Welles fu in vita, si intuisce quanto straordinario fosse il personaggio; ed ecco quindi perchè Magician va considerato un lavoro di tutto rispetto, dalle notevoli ambizioni e ben sviluppato soprattutto grazie all'imponente ricerca di materiali d'archivio e alle interviste appositamente realizzate, che coinvolgono fra gli altri Peter Bogdanovich, Beatrice (la figlia) e Christopher (il figlio) Welles, Oda Kojar (l'ultima compagna), il centenario Norman Lloyd, collega di set e più vecchio di un anno di Welles (!), William Friedkin, Steven Spielberg, Costa-Gavras, George Lucas e Martin Scorsese. Un vero parterre de roi per omaggiare un artista troppo spesso sottovalutato in vita, ma immediatamente rivalutato post mortem, la cui grandezza continua ad aumentare negli anni. Sulla scelta di inserire svariate dichiarazioni dello stesso Orson si può chiudere un occhio: notoriamente la sua voglia di scioccare lo portava a ingigantire fatterelli o addirittura a inventarli (come puntualizza lo stesso Magician in più momenti), ma la sua presenza scenica era qui davvero indispensabile, quantomeno per conferire all'opera quel retrogusto ironico e misterioso che Welles sapeva ben creare con poche parole. Ritmo ben saldo, ma dietro la macchina da presa c'è Chuck Workman, regista esperto di documentari (e di documentari sul cinema) che qui si occupa anche del montaggio. 6,5/10.

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