Regia di Guido Chiesa vedi scheda film
Abatantuono è il solito mostro nei primi 25 minuti e regala due o tre risate. Poi la sceneggiatura di fatto lo esclude per dare spazio ai figli e il film diventa disastroso, perde cattiveria, verve e rotola nel baratro.
Si inizia discretamente, se non proprio bene. Il film parte con verve e soprattutto con un Abatantuono che sembra padrone della scena, riempie di battute sarcastiche i figli ed è una goduria meravigliosa per come insulta DJ Francesco. Il solito Abatantuono che quando può gigioneggiare è capace di impreziosire ogni scena: qualche risata scappa e di gusto, specie quando (mentre il compare aggiusta la cappa per lui) regala un impareggiabile "Non lo fare troppo bene, sennò si capisce che non l'ho fatto io".
Poi si va avanti e si capisce che oltre lui c'è il baratro. Dopo 25 minuti Diegone di fatto scompare o quasi, lasciando la scena agli approcci lavorativi dei figli. E il film diventa disastroso, perde completamente di verve e ritmo, le scene sono sfilacciate da cinema di Serie Z. Si va avanti stancamente verso il finale.
Il film è l'ennesima idea di altri (il solito remake, evidentemente solo questo si sa fare nel cinema italiano attuale), sviluppata con una sceneggiatura poverissima e una regia terribile. La cattiveria dei primi 25 minuti scompare in un film che non fa nemmeno la morale (per quanto il sottoscritto odi i film moralisti di questa generazione).
Se avessi sentito ancora tre volte DJ Francesco chiamare "polpetta" la ragazza (che peraltro sarebbe vegetariana) avrei spaccato tutto.
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