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The Eichmann Show

Regia di Paul Andrew Williams vedi scheda film

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La recensione su The Eichmann Show

di mc 5
8 stelle

Non cercate questo film nelle programmazioni delle vostre città. Non lo trovereste. Si tratta di una pellicola di produzione britannica che la benemerita Lucky Red del sempre ottimo Andrea Occhipinti ha voluto distribuire nelle nostre sale per soli tre giorni con lo scopo di accompagnare la celebrazione della Giornata della Memoria. Passati questi tre giorni il film è destinato a scomparire. Ieri sera (la distribuzione è limitata nel tempo ma conta su un vastissimo numero di sale e multisale) ho potuto vederlo e ne ho riportato un'impressione decisamente positiva. Innanzitutto trattasi (ma questo era prevedibile) di film asciutto ma soprattutto rigoroso. Forse racchiude i limiti di questo genere di film, quelli funzionali alla sensibilizzazione e alla divulgazione, vale a dire una certa staticità e schematizzazione, ma la sua dignitosa scelta di estremo e coerente rigore ne fanno un film esemplare. Voglio dire che il tema affrontato è talmente importante che eventuali problemi di ritmo (che pure sono presenti) passano decisamente in secondo piano, rispetto alla assoluta serietà ed ispirata drammatica sincerita che ogni fotogramma trasuda. Certo non è un film nè spettacolare nè ameno, ma richiede un'adesione morale ed emotiva allo spettatore. Si tratta della cronaca (il backstage, le speculazion iriflessive annesse, i dubbi e quant'altro) della diretta radiotelevisiva che in Israele si tenne nel 1961 in occasione del processo definitivo al criminale nazista Adolf Eichmann. Fu un vero Evento, uno dei più importanti di quel secolo e di tutta la Storia dell'Umanità, a suggellare una serie di accadimenti che dimostrarono una cosa su tutte: che l'Uomo per quanto possa essere capace d'amore racchiude in sè un potenziale di ODIO di cui a tuttoggi non si conoscono i confini. E il senso del film è proprio questo: attraverso gli occhi del regista e del produttore cercare di capire quanta bestialità furiosa possa albergare nella mente degli esseri umani, ancorchè insignificanti, modesti o dimessi nelle loro apparenti posture. Eichmann appariva così, un ometto freddo e mediocre, distaccato e capace di enorme self control. Eppure era un BOIA assassino tra i più crudeli della storia del mondo. Del resto è notorio quanto Hitler amasse i bambini. E tutto questo è molto più che inquietante perchè è la prova provata che il fanatismo (ideologiico, religioso, razziale ) può neutralizzare qualunque buona disposizione al Bene sia insita nell'animo umano. Il Male è in agguato e può emergere prepotente in determinati periodi storici e/o politici. E la Giornata della Memoria funge in questo senso da monito. Da tenere sempre presente. Grande ed articolato è lo spiegamento tecnico di mezzi e di uomini per trasmettere in diretta il padre di tutti gli Eventi Mediatici, in quell'Israele del '61. Il film ne è un racconto solidissimo, che fa leva sul talento degli interpreti (i due attori protagonisti, Martin Freeman e Antony LaPaglia, sono eccezionali) e su una infinita serie di eloquenti materiali di repertorio. ma ciò che qui fa la differenza rispetto alle tante altre pellicole che pongono riflessioni sull'olocausto, è l' esposizione mediatica dell'evento. E il film sviscera il tema "media" attrraverso una serie di frasi e di posizioni espresse dal produttore, del tipo ad esempio che è preoccupato che l'audience del processo sia oscurata dalla cronaca delle contemporanee gesta di Gagarin nello spazio. Ed è questo aspetto che fa del film un prodotto che per certi versi si differenzia da altri analogamente inquadrabili nel cosiddetto "cinema della Memoria". Altra considerazione mediatica generata dal film: la patente di Realtà Condivisa e Certificata dell'olocausto nel momento stesso in cui va in onda in mondovisione, vecchio tema della serie "è vero solo quando l'hanno detto alla tv". E infine forse l'aspetto più interessante. Vedere l'ossessione maniacale con cui il regista spia ogni mossa minima del viso di Eichmann, a cercare uno spunto, un segnale o un indizio che ci restituiscano il senso (se c'è un senso) di tanta disumana bestialità. In altri termini:ogni uomo è un potenziale Mostro?

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