Regia di Yaelle Kayam vedi scheda film
Visto al festival Venezia 72
Questo film parla di una donna e della sua famiglia ebra, che vivono in una zona di contrasti ma soprattutto in un cimitero ma con vista sulla “montagna”. I rimandi alle problematiche di due popolazioni cosi diverse e così distanti culturalmente si sprecano. Ma si segue con passione questa donna di casa avventurarsi la notte per spiare delle prostitute e i loro protettori fino al punto di farseli amici e condividere con loro intere nottate. Il malessere della protagonista verso un sistema non suo, verso la voglia di liberta oppressa da un marito assente e in carriera (religiosa) e da 4 figli (viene accusata di averne pochi) che secondo il marito non saprebbe gestire, cresce in ogni scena e la sua voglia di libertà altrettanto.
Il film è perfetto nel raccontarcelo, nel coinvolgerci tanto che arrivati al finale apertissimo (non vorrei spoilerare) ci sorprendiamo di aver pensato tutti alla peggiore delle ipotesi senza reali indizi. Insomma un finale che da solo fa rivalutare l’intero film.
Belle le immagine nel deserto e bellissimi i dialoghi semplici ma ricchi di significati capaci di dire molto di più di quanto le parole possano far intendere.
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