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Holding the Man

Regia di Neil Armfield vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Holding the Man

di alan smithee
6 stelle

31° TGLFF - CONCORSO LUNGOMETRAGGI

Dall'Australia una drammatica, spiazzante, tenace storia d'amore durata quindici anni, tra due ragazzi conosciutisi in una scuola maschile e divenuti una coppia fissa, contro i pregiudizi da parte di una delle due famiglie, ossessivamente contraria, e da parte di una società che, dagli inizia degli anni '80, non si dmostrava ancora pronta ad affrontare e tollerare certe scelte, giudicate ancora scaldalose ed impossibili. Ma soprattutto contro gli effetti letali di una malattia come l'Aids, che proprio in quegli anni cominciava a mietere le sue vittime in particolare nella cerchia degli amori e delle relazoni di natura omosessuale.

Da un fatto realmente accaduto che ha dato vita ad un libro altamente drammatico, portato a termine solo pochi giorni prima della morte da parte del ragazzo che più del suo compagno riuscì a sopravvivere al contagio, una storia che, in modo molto singolare, ha dato vita sia a questo film, sia ad un racconto di tipo documentaristico, presente anche lui qui al festival.

Il film di Neil Armfield, di budget considerevole, in grado di assicurarsi, in ruoli minori ma non certo meno importanti, solidi e noti attori australiani ormai star, del calibro di Anthony La Paglia - qui straordinario, anzi il migliore di tutti, Kerry Fox, Guy Pearce e Geoffrey Rush), ha la forza e l'intransogenza d raccontare con toni drammatici e forti il decorso di una malattia terribile e senza uscita, in grado tuttavia di sancire definitivamente e fissare le basi di una storia d'amore assoluta, in grado di elevare i dìsuoi due attori oltre gli effetti devastanti di un cammino senza ritorno.

Certo il film risulta anche un macigno e un pugno allo stomaco che stordisce ( in sala alla prima proiezione uno spettatore è  persino svenuto, causando un ritardo di un'ora nella programmazione e l'intervento dei soccorsi), incentrato come appare sui risvolti ed i particolari di una degenza terribile che dventa un'agonia senza fine, soprattutto dal punto di vista di uno dei protagonisti, di cui la regia segue in particolar modo, anzi con un certo accanimento, i risvolti drammatici e  devastanti delle fasi teminali.

Ottimo Ryan Corr, attore australiano ad un passo dalla notorietà, protgonista di diversi altri film importanti, conosciuto nel valido Wolf Creek 2, anche in quel caso sottoposto ad una mattanza, ma più pulp e colorata di questa dai toni decisamente più realistici e drammatici.

Il film di apre sotto il sole della costa rocciosa di Lipari, nelle Eolie, teatro paradisiaco di un viaggio che l'autore intraprende come destinazione ultima ed ispirazione per il suo drammatico racconto di vita e di un amore di coppia che va oltre i limiti terreni. 

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