Regia di Albert Maysles vedi scheda film
«Se aspetti un po’, tutto torna di moda» rassicura, dietro vistosi occhialoni tondi, la novantenne Iris Apfel, vestita nel modo più eccentrico e naturale possibile. L’arzilla signora, arredatrice di grido che nella clientela vanta pure qualche presidente degli Stati Uniti, nonché giudicata tra le donne meglio vestite del mondo, ha trascorso la vita a collezionare bigiotteria, abiti, tessuti, cappelli provenienti da qualunque paese, raggiungendo un’imprevista fama grazie ad una fortunatissima mostra al Metropolitan (Rare Bird: “uccello raro”). Albert Maysles la segue nelle sue forsennate giornate di lavoro e, tra una trasmissione televisiva e una lezione universitaria, accoglie le confidenze e i ricordi della signora, colta soprattutto nella quotidianità domestica col centenario marito Carl. Il grande pregio di Iris è il suo rarissimo equilibrio tra commedia agé (la Apfel è sferzante, graffiante, smagliante: simpaticissime le trattative sul prezzo coi commercianti), documentario sulla moda (la critica agli stilisti che non sanno cucire, il recupero del passato, le dissertazioni su cosa sia lo stile), intimismo sentimentale (le tenerezze col coniuge, la paura di perderlo, il fantasma della morte, la malinconia del mare d’inverno). Il mistero dello stile di Iris sta nella disinvoltura con cui contamina l’esotico col metropolitano, il pacchiano col raffinato, il kitsch con l’eleganza: la sua fortuna sta nella sua capacità di suggerire il piacere della leggerezza. Maysles sa essere complice discreto ed affettuoso, osserva quest’esistenza mirabolante con curiosità e gusto, fotografa il corpo festante di Iris con la gioia di mettere in scena il genio creativo di una nazione.
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