Regia di Cristina Comencini vedi scheda film
L'undicenne figlia del guardiano dello zoo scopre un coetaneo nascosto fra le gabbie. E' uno zingarello in fuga dalla famiglia adottiva e alla ricerca di quella d'origine, in chissà quale parte del mondo. I due decidono di affrontare il viaggio insieme.
L'esordio registico di Cristina Comencini: la secondogenita del grande Luigi sceglie un soggetto - da lei stesso scritto, poi sviluppato in sceneggiatura insieme a Francesca Melandri - che riecheggia palesemente i toni e i temi graditi al padre. C'è l'infanzia/adolescenza inquieta, c'è un'atmosfera fiabesca con tanto di finale apertamente fantasioso, quasi onirico; Zoo è una pellicola a suo modo interessante, per quanto la storia di partenza sia effettivamente poca cosa e, soprattutto, venga messa in mano a pochi interpreti e inesperti. A dirla tutta per Asia Argento si tratta di una delle prove attoriali meno negative in assoluto in carriera: pare il minimo vederla claudicante a questa tenera età, per quanto il padre Dario l'avesse già inserita precedentemente in alcune particine; ma nel complesso, essendole peraltro affidato il ruolo centrale del film, non sfigura più di tanto. Accanto a lei ci sono nomi di poco risalto (Daniel Olbrychski, Louis Ducreux, Victor Poletti) e l'altrettanto giovane e altrettanto incerto coprotagonista Marco Parente, alla sua prima e ultima esperienza sul set. Nonostante una trama sottile al punto da rischiare la trasparenza, Zoo ha il pregio di essere confezionato con buona mano, segno evidente che in questo caso il dna non ha tradito le aspettative in lui riposte. L'opera seconda della Comencini arriva nel 1990: I divertimenti della vita privata; una lunga carriera - e non priva di soddisfazioni - è appena cominciata. 3,5/10.
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