Regia di Cristina Comencini vedi scheda film
Lo zoo è il giardino della prigionia e della solitudine, ma anche della convivenza nella diversità. È il luogo in cui si incrociano i destini di tanti esseri di varia natura e provenienza, tra la nostalgia di casa ed i sogni di evasione. La regia della Comencini è abile nel guidare i personaggi in un gioco a rimpiattino in cui il dentro si confonde col fuori, la casa con la gabbia, la civiltà umana con l’istinto animale, per indicare una contrapposizione, lacerante e ambigua, tra il senso della famiglia (che, a volte, può significare cattività) e la libertà individuale (che può implicare una propensione alla vita selvatica). Questo film è una favola sul mistero e la complessità del rapporto con l’altro, sia esso un parente, un amico o un estraneo, e, nella sua atmosfera claustrofobica, getta una luce sinistra sui vincoli e le convenzioni che regolano il vivere sociale.
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