Regia di Roberto Andò vedi scheda film
Roberto Andç si perde tra "Todo Modo" e "Youth" (con qualche eco della "Grande Bellezza")
Non è chiaro perchè Andò abbia avvertito la necessità di scimmiottare Sorrentino. Non contento di riutilizzare il suo attore feticcio, l'ha inserito in un contesto (l'albergo svizzero di gran lusso) che non può non rimandare a Youth, insieme ad alcuni personaggi che sembrano usciti dalla Grande Bellezza (impossibile giustificare la presenza in un forum economico di una scrittrice romanzi per bambini e un cantante rock). Come se non bastasse, ha sparso a piene mani immagini eleganti ed emblematiche, inquadrature simboliche alla Sorrentino, cariche di reconditi significati. Viva la libertà era un film intelligente che, divertendo, con leggerezza, riusciva a riflettere sulla realtà politica odierna. Le confessioni è un film quasi esoterico, molto ambizioso, che sembra - vorrebbe - parlare di politica e di economia, ma forse parla d'altro, in maniera criptica, cerebrale. Se quello era una buona commedia, questo è Todo modo rivisto quarnt'anni dopo da un simil-Sorrentino: il prete mefistofelico di Mastroianni è diventato un frate misterioso, di poche parole e molti sguardi; il politico di Volonté, un potente economista in crisi, interpretato da Daniel Auteil.
Che cosa succeda tra questi due personaggi non è dato sapere fino in fondo; che cosa accada di preciso nel film, neppure. Tutto resta demandato all'interpretazione degli spettatori. che escono alquanto sconcertati dalla proiezione. Resta l'inquietudine per il futuro non troppo lontano prefigurato nel film, il giorno in cui una decisione della banca mondiale potrà ridurre alla miseria, letteralmente cancellandole, intere nazioni, gettare sul lastrico milioni e milioni di persone con un solo voto. Per questa volta, l'orrore è sventato; e, in un sussulto di orgoglio nazionale, il delegato italiano è il primo a votare contro la risoluzione catastrofica.
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