Regia di Sean Anders vedi scheda film
Una buona regia e una scrittura stracolma di trovate più o meno spassose, anche se talvolta suonano forzate.
Sono i figli e la loro educazione il punto focale di Daddy's Home: crescerli a suon di mitezza e calore o istigarli a ribellarsi quando serve? Istruirli alla virtù o viziarli per essere il migliore ai loro occhi? Alla fine, la migliore soluzione consiste, com'è prevedibile, in una ponderata via di mezzo. Ma il vero motivo per guardare la commedia di Sean Anders è godere della guerra psicologica tra il bravo Will Ferrell, dedito passionalmente a lavoro e famiglia e patrigno dei bambini dell'amata mogliettina (Linda Cardellini), e il vero genitore di costoro (Mark Wahlberg), rude palestrato che arriva di punto in bianco e pretende di riprendersi donna e prole snervando il pacato pater familias. Una buona regia e una scrittura stracolma di trovate (di Anders, John Morris e Brian Burns) più o meno spassose, anche se suonano talvolta esagerate (la sfida sullo skate e l'ubriacatura durante la partita di pallacanestro) o poco attinenti alla realtà (l'idea del Natale a sorpresa in Aprile, che puzza di pacchianeria da un chilometro). Ma il film, tutto sommato, si addenta con piacere. La sfacciata promozione alla Ford si doveva in ogni caso evitare. Spassoso il capufficio Thomas Haden Church. Produce Adam McKay, che aveva già unito Ferrell e Wahlberg ne I poliziotti di riserva.
Canzoni godibili (Thunderstruck degli AC/DC e Come and Get It di Eli Paperboy Reed, fra le molte) nella colonna musicale di Michael Andrews.
♥ Film DISCRETO (6) — Bollino VERDE
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