Regia di Chris Renaud, Yarrow Cheney vedi scheda film
In una sfida continua sulle vette del box-office i film d’animazione si contendono oramai la fetta più succosa del mercato, quella che unendo grandi e piccoli in un unico pacchetto considera la famiglia come principale e forse unico interlocutore commerciale. Va da se che la volontà di soddisfare le richieste di un consesso umano consolidato nella sua struttura e poco propenso ai cambiamenti abbia provocato un’offerta sempre più omogenea in cui le uniche varianti tra un prodotto e l’altro non sono tanto i meccanismi della storia bensì la caratterizzazione dei personaggi e la scelta del paesaggio geografico e ambientale da sottoporre al maquillage caricaturale tipico dei cartoon. Non sfugge alla regola il nuovo successo della Illumination Entertainment di quel Chris Renaud creatore di “Cattivissimo me” e di “Lorax” che in “Pets - Vita da animali” racconta la giornata particolare del cane Max, il quale dopo aver perduto la tranquillità dell’habitat domestico per l’arrivo di Duke, esemplare canino per nulla disposto a comportarsi da ultimo arrivato si ritrova coinvolto in un tour de force metropolitano in cui oltre al pericolo di venir catturato dai crudeli acchiappacani c’è quello di non venire uccisi dalla banda di animali selvatici che abita nella fogne delle città.
Considerato che nel corso delle sue disavventure Max è accompagnato da una sorta di compagnia dell’anello che tra gli altri annovera lo stesso Duke di cui il protagonista finirà per diventare amico e soprattutto Gidget, la cagnetta follemente innamorata di lui, “Pets -Vita da animali” ha vita facile nell’arricchire la contesa con digressioni narrative che ogni volta gli consentono di introdurre nuovi personaggi. Un copione scontato eppure efficace nel soddisfare il carosello di situazioni buffe e stravaganti che ci si aspetta da un film del genere e che però non riescono a toglierci la sensazione di deja vu prodotta dall’utilizzo di un espediente narrativo simile a quello di “Toy Story”, con gli animali al posto dei giocattoli pronti a prendere il posto dei padroni di casa e all’ insaputa di quest'ultimi chiamati a recitare un’esistenza più vera del vero. Se la resa emotiva risulta meno coinvolgente di altre volte in parte la colpa va attribuita al fatto che l’anticonformismo di ieri poteva contare sulla meraviglia dell’innovazione tecnologica e quindi sulle migliore apportante in fatto di animazione e ancoraa su idee ancora immuni dal saccheggio narrativo che oggi è diventato il modo per placare le necessità riproduttive dei grandi colossi mediatici. Per il momento il gioco vale la candela visto che il film di Renaud è costato circa 75 milioni di dollari e ne ha incassati 364 sul suolo americano.
(icinemaniaci.blogsppot.it)
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