Regia di Chris Renaud, Yarrow Cheney vedi scheda film
Venezia 73 – Cinema nel giardino
Pets : Illumination Entertainment = Toy story : Pixar
Equazione che dice già tanto, le differenze di sostanza tra i due titoli sono le medesime alla base dei cartelli programmatici dei due gruppi, leader dell’animazione americana e quindi mondiale, almeno per incassi.
Questa volta a parlare è un gruppo di animali che durante le giornate trascorse in solitaria, semplicemente bramando il ritorno dei loro padroni, si ritrova in compagnia.
Il clima di ilarità cambia quando la padroncina del cagnolino Max porta a casa un nuovo animale; tra i due scatta istantanea la rivalità che li porterà lontani dalle mura domestiche e a imbattersi in pericolosi animali randagi.
Dovranno unire le loro forze, sperando anche nell’aiuto dei loro amici, per riuscire a fare ritorno alla loro vita di tutti i giorni.
Pets, diretto da Chris Renaud, l’ideatore di Cattivissimo me in coppia con Pierre Coffin, è un prodotto cristallino, mette tutto in vetrina fin da subito per poi giostrare su poche variazioni (peraltro non proprio tra le migliori ipotizzabili).
Il punto di forza è la comicità, garantita in prima battuta da un’ampia gamma di personaggi – tra cui, il gatto obeso, il coniglietto battagliero e il maiale tatuato sono quelli di maggior risalto (ma occhio anche a un barboncino con la passione per la musica) - in grado di coprire qualità e comportamenti molteplici, seguita da un citazionismo cinefilo che racchiude cinema alto e basso senza fare gli schizzinosi (una manciata meritano proprio sinceri applausi, ma già pescarle nel mazzo regala soddisfazioni) e infine sostenuta dal ritmo di fuoco che talvolta diventa irrefrenabile.
Per il resto, se la morale è di ripiego, e nemmeno troppo ricercata (l’unione fa la forza, avere qualcuno che ti vuole bene è il più pregiato tra i doni e gli amici sono la prima grande ancora di salvezza), ad un certo punto si esagera con l’azione che soffoca in parte il puro umorismo; indubbiamente, è sacrosanto far notare anche le caratteristiche tecniche all’avanguardia, ma non si capisce il bisogno di insistere così tanto, a meno che la disponibilità di battute e variazioni non fosse limitata (ma dalla qualità di quelle presenti, pare difficile da pensare).
Un difetto di forma non nuovo in casa Illumination Entertainment che dal canto suo si coccola una nuova gallina dalle uova d’oro che con ogni probabilità ritroveremo, con piacere, in futuro in nuove avventure.
Semplice, ma anche rigenerante, come bere un bicchier d’acqua con tante bollicine.
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