Regia di Branden Kramer vedi scheda film
Emma è una giovane studentessa universitaria che da poco si è trasferita a New York per studiare. Dopo la separazione non troppo amichevole dal suo fidanzato, Emma ha deciso di prendere la sua vita in mano cominciando ad abitare da sola nel suo nuovo appartamento. La sua giornata è letteralmente “spiata” dalle telecamere del suo pc e del suo cellulare che ci mostrano la ragazza in tutte le sue abitudini quotidiane. Purtroppo sono proprio questi strumenti diventati troppo invadenti ad essere la causa dei problemi di Emma. Qualcuno è riuscito a rubare le password di accesso di tutti gli strumenti di lavoro e dei social network di Emma. La ragazza non solo è spiata a sua insaputa durante buona parte della giornata, ma ben presto il pericoloso stalker si intrufola nelle sue e-mail e nelle sue chat personali, modificandone i contenuti o nascondendone importanti messaggi.
Emma inizialmente non si accorge di niente, conduce la sua vita in modo normale, non sospettando minimamente che un occhio e una mano oscura stanno manovrando di nascosto i suoi movimenti.
Comincia così i suoi corsi universitari, conosce ed inizia a frequentare un giovane ragazzo, esce con la sua amica, assapora l'aria di libertà che New York può offrire ad una ragazza indipendente e piena di vita. Chi vede il film è suo malgrado uno “spione” e ci si affeziona alla protagonista, cresce immancabilmente il senso di empatia verso di lei. Se all'inizio le cose possono apparire morbose ma non troppo pericolose, dopo poco ci si accorge che la situazione prende una piega decisamente più angosciante. Lo stalker riesce ad intrufolarsi in casa di Emma, all'inizio quando lei non c'è, poi l'intruso si fa sempre più audace fino a spingersi in vere e proprie spedizioni notturne, con Emma che dorme tranquillamente nel suo letto. Proprio come un ratto schifoso, l'intruso non si manifesta ma lascia alcune tracce che iniziano prima solo ad insospettire Emma, infine ad impaurirla e poi a terrorizzarla.
E' una vera e propria escalation di angoscia e paranoia che assale la protagonista e di conseguenza lo spettatore che si immedesima nella vittima ogni minuto che passa. Diventa inutile cambiare le password, avvertire la polizia, chiamare al telefono amici e genitori o semplicemente cercare di fare finta di niente, l'intruso si è impossessato di ogni piccolo spazio di Emma, quasi a levarle l'aria, creandole attorno un vuoto privo di ossigeno. Emma, non si rende conto che sono proprio gli oggetti che la rendevano sicura e che pensava di controllare quelli che l'avevano imprigionata, come in un gioco di nodi a incaprettamento: più Emma si muove, più viene strozzata.
Un finale davvero eccellente e che lascia un sapore amaro in bocca, per nulla scontato.
La bravura di di Branden Kramer (che è regista e sceneggiatore del film) è stato quello di creare un'atmosfera claustrofobica contrastante con lo spirito della protagonista che invece è libero e pronto ad affrontare con entusiasmo una nuova fase della sua vita. Lo stalker non si vede mai se non la sua ombra, ma si vede tutto ciò che lui osserva e che in qualche modo ruba ad Emma. Chi guarda il film diventa vittima e carnefice allo stesso momento, e questo provoca un continuo senso di profondo disagio. La sensazione di impotenza si impossessa di Emma ma anche dello spettatore. C'è quindi una terza presenza oltre alla protagonista e all'intruso ed è lo spettatore stesso, che alimenta con la propria ansia il susseguirsi delle scene.
La paura è fatta di piccole incertezze che piano piano si trasformano in angosce e vero terrore una volta che vittima e carnefice si incontrano. Lo schermo del pc che ha permesso il crearsi di questo orrore diventa nel finale una finestra inutile per chi osserva impotente.
E' un film fatto di particolari, di ombre nascoste, chi guarda il film cerca in qualche modo di proteggere Emma non perdendo di vista lo stalker. E' il controllo il vero protagonista del film: Emma cerca di riprendere il controllo della sua vita cercando una indipendenza lontano dalla sua famiglia e dal suo ex ragazzo, lo stalker controlla e manomette la vita virtuale (ma che è fin troppo intrecciata con quella reale) della ragazza fino a dominarne ogni movimento. Posso dire che si ha una visione del proprio cellulare molto differente dopo aver finito di vedere il film.
Molto brava Asheley Benson, che mi aveva creato qualche pregiudizio dato i suoi lavori precedenti, improntati più verso le commedie o il genere “leggero”. Il suo aspetto fresco e spontaneo sono invece molto adatti per creare quella empatia iniziale tra spettatore e protagonista, che sono alla base per un legame necessario alla riuscita del film.
Note Personali:
un mio brutto difetto è quello di avere pregiudizi su un certo tipo di film, questo in particolar modo lo avevo affrontato in maniera superficiale, pensando si trattasse del solito film thriller per teen-ager. Un mio pregio è quello di riconoscere di aver sbagliato nell'avere giudicato affrettatamente e senza cognizione di causa qualcosa o qualcuno, nel caso di “Ratter” mi sono ricreduta e lo consiglio caldamente a chi ha voglia di passare '80 minuti (il tempo ideale per la durata di un film) al cardiopalma.
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