Regia di Etienne Chatiliez vedi scheda film
Il solo e unico pregio di questo film è la sua protagonista, zia Angelina (Tsilla Chelton) – un inciso: mistero sul perché in italiano le abbiano cambiato il nome originario Danielle. Pur accentuato in una perfidia malevola che rasenta il grottesco, chiunque abbia avuto modo di gestire un'anziana vedova non più autosufficiente (nonna, madre, zia o suocera) facilmente riconoscerà almeno un particolare di questo ritratto, senza sconti e del tutto privo di buonismo. L'attrice, dal canto suo, si rivela straordinaria nel costruire il personaggio conseguendo un risultato impeccabile, per credibilità e immedesimazione.
Spiace allora che l'impianto generale fallisca nel funzionare nel suo complesso. La perplessità più grave è suscitata dalla sostanziale e sconfortante inettitudine degli altri membri della famiglia. Tardi e ingenui, ledono il coinvolgimento in una sequela di eventi che finisce per essere scontata e banale. Il tutto è avvolto in una crescente apatia, inversamente proporzionale all'interesse nei confronti di simili caricature. Se si resiste è appunto soltanto tifando per l'attempata tiranna. Una boccata d'ossigeno giunge con la comparsa di Sandrine Vonnier (Isabelle Nanty), unica figura capace di tenere testa a zia Angelina. Aggiunge un poco di sostanza. Peccato sia di eguale o superiore cinismo.
Nonostante i difetti, avrei potuto esprimere un giudizio sufficiente, magari addirittura prossimo al discreto. Non è stuzzicante come speravo che fosse, ma l'umorismo nero e lo sprezzante smascheramento di tante facili ipocrisie colpiscono sovente nel segno. Tuttavia la mia valutazione non può non tenere in considerazione la cocente delusione, aggravata pure dallo stucchevole epilogo, in stridente contraddizione con quanto ricreato fino a quel momento. Voto: 4,5/10.
La terribile ottantenne Angelina, vedova del colonello Edouard, vive nella propria villetta in un piccolo centro della provincia francese, accudita premurosamente dalla mite domestica Odile, che lei tormenta, trattandola come una schiava. Alla morte di Odile, Angelina va a vivere coi parenti a Parigi, dopo aver venduto la casa e diviso il ricavato fra i due nipoti: Jean-Pierre Billard, marito di Catherine e padre di due ragazzi, e Jeanne Billard, nubile ultraquarantenne abbandonata dal fidanzato perché incinta.
La conclusione senza dubbio. Ma anche la storia più in generale e la caratterizzazione della stramba famiglia.
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