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The Girl in the Book

Regia di Marya Cohn vedi scheda film

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La recensione su The Girl in the Book

di Furetto60
7 stelle

Buon film d'esordio della Cohn.

Alice Harvey,cioè Emily VanCamp, è una ventinovenne assistente editor e aspirante scrittrice, ragazza sensibile e intelligente, è stata oppressa e sfruttata dagli uomini che ha incontrato nell’arco della sua vita.In primis proprio da suo padre un prepotente e prevaricatore, agente letterario ,che la sminuisce con un soprannome ridicolo, ordina al posto suo nei ristoranti, respingendo il suo desiderio di emanciparsi e fare autonomamente le proprie scelte,poi da Milan sedicente"amico di famiglia" che l'ha sfruttata sia intellettualmente, plagiandole le sue idee, sia sessualmente,violandola ripetutamente.Nel momento in cui il padre, le chiede di curare la nuova edizione di un romanzo proprio di Milan Daneker alias il compianto Michael Nyqvist, Alice si trova costretta ad un esame di coscienza e a ripensare a ciò che era realmente successo quindici anni prima, con quello che si spacciava per il suo mentore "intimo"cosi comincia piano piano a ricordare ciò che aveva cercato di seppellire nei meandri della sua mente, ovvero le molestie subite, avviando un difficile e penoso viaggio all’interno della sua stessa psiche, fra i ricordi che a mano a mano emergono, I percorsi di Alice e Milan si incrociano ancora una volta, costringendo i due a confrontarsi con eventi lontani nel tempo, ma ancora non metabolizzati, il confronto è drammatico, Milan sminuisce la propria responsabilità, facendo passare l’accaduto per slancio amoroso ricambiato, mentre lei rivede per la prima volta in tutta la sua gravità, lo  squallore in cui il viscido personaggio, l'aveva fatta scivolare.

 Il film affronta il purtroppo ever-greeen e scottante tema della pedofilia, che in tempi di  "Me Too" acquista una valenza significativa,e di spessore, raccontando con grande tatto, una storia che purtroppo è comune a molte donne, fatta di innocenza violata, dolorosi silenzi, negazione e di ferite che anche a distanza di anni stentano a cicatrizzarsi , lasciando uno strascico doloroso nelle vite delle persone colpite.

Emily VanCamp dal canto suo ben diretta, dà vita a un personaggio riuscito, in bilico fra disagio esistenziale, collera repressa e indomito desiderio di ricominciare. Per raccontarne la tormentata  personalità ,la regista sceglie un classico alternarsi fra passato e presente, giocando con ripetuti flashback,che ripercorrono l’adolescenza di Alice e i suoi incontri , il film cerca di mantenere una sorte di suspense emotiva, raccontando solo parzialmente ciò che ha spinto Alice ad essere quello che è.  La Cohn riesce a creare con lei un personaggio facilmente identificabile.

“The girl in the book” è un film degno di nota soprattutto per la tematica affrontata, dalla regia sensibile e scorrevole che riesce a valorizzare il senso del racconto. Un debutto promettente insomma per la Cohn e una vetrina per le ottime capacità di recitazione della VanCamp,in sostanza un’affascinante storia al femminile. Peccato per l’happy-end poco verosimile.

 

 

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