Regia di Tim Burton vedi scheda film
Tim Burton torna con un film che è un po’ fantasy, un po’ fiaba gotica, un po’ racconto di formazione. Tratto dall'omonimo romanzo di Ransom Riggs, Tim Burton porta in scena, come sempre, il suo immaginario gotico e fiabesco che genera incubi e sogni.
Pensate all’emozione di trovare delle foto d’epoca in cui vengono ritratti strani bambini dalle capacità strane anch’esse: una ragazzina volante, due gemelli col volto coperto da inquietanti maschere, ragazzi dalla super forza. Cosa avreste fatto voi? Le avreste mostrate a parenti e amici solo per farvi quattro risate, improvvisandovi magari piccoli narratori e inventando storie d’orrore che ne spiegassero l’origine? Le avreste conservate in soffitta, perché troppo disturbanti da guardare? O le avreste esposte nelle vostre case?
Ransom Riggs ha pensato di farne un romanzo. E Tim Burton, il cui immaginario fantastico si nutre di storie in bilico tra cartoon e horror ne ha fatto un film.
Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali tratta del viaggio alla scoperta delle radici del nonno e soprattutto dell’origine delle bizzarre storie che usava raccontare, che il nipote Jake intraprende dopo la sua morte, in circostanze molto “speciali”. Il viaggio si rivelerà non solo un viaggio nello spazio, ma anche nel tempo, attraverso un cerchio temporale che costringe chi l’ha creato e le persone che l’accompagnano a rivivere sempre lo stesso giorno.
Metaforicamente allora, rivivere sarà per Jake avere il tempo per comprendere, il nonno e se stesso, per imparare una nuova verità, che la “specialità” e la stranezza esistono solo quando esiste l’incomprensione; che essere se stessi e imporre le proprie storie è sempre una cosa difficile. Gli studi antropologici ci insegnano che nulla di ciò che diamo per scontato lo è veramente e che le abitudini e le tradizioni che per noi sono diventate la “normalità” non lo sono per un altro popolo, in un’altra nazione e non lo erano in passato. Un inno a una “diversità normale”, che si cerca spesso di appiattire o di controllare, mentre si dovrebbe solo cercare di comprendere e accettare.
Il film a me è piaciuto molto e ho ritrovato finalmente un Tim Burton precedente ai flop (per me, ovviamente) di Alice in Wonderland o di Big Eyes. Ho ritrovato il suo immaginario che condivido, ho amato gli effetti speciali del parco divertimento, riassunto perfetto di gioco e paura, di fiaba e orrore, di cartoon e angoscia.
Grazie di essere tornato, caro Tim!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta