Regia di Tim Burton vedi scheda film
"Mi è toccato fingermi psichiatra per tre settimane. E in Florida!!! Ma tu, ci sei mai stato in Florida??" (Barron).
Un Tim Burton dilagante, irrefrenabile, certamente incurante, ma al contrario inebriato dalla sua stessa palese confusione narrativa (che in caso si trattasse di geni, si sa, la confusione viene chiamata “caos creativo”), con un delirio di colori e di personaggi fantastici dentro una storia ingarbugliata in un tempo che pure non scorre mai, una storia che solo una mente geniale come la sua poteva affrontare con tale efficacia.
Sono sempre un po’ euforico quando esce un nuovo film di Burton, forse per questo un po’ prevenuto e poco oggettivo. Ma anche stavolta, quel pazzo dell’ex compagno di quella pazza della Bonham Carter mette a segno un gol fantastico, mirabolante, che scende giù tutto d’un fiato per quelle due ore che alla fine si vorrebbero subito rivedere in un loop senza fine.
A parte (ma solo per brevità) la ridondante galleria dei bambini peculiari (chissà cos’hanno i distributori italiani contro il termine “peculiare” per rinominarli “speciali”... solito piccolo giallo cineitaliota....), Eva Green (Miss Peregrine), Asa Butterfield (aka “Hugo Cabret”), e la promessa (già mantenuta in passato) della giovanissima e talentuosa Ella Purnell (qui Emma, ma l’avete vista in “Wildlike”?!?), compongono un trittico davvero inattaccabile per qualsiasi mostro, invisibile o no. E con l’aggiunta di quel visibilissimo mostro di bravura che è Samuel L. Jackson (l’irresistibile battuta del suo personaggio sulla Florida, sono certo che l’abbia voluta aggiungere Burton alla sceneggiatura, anche se solo Jackson avrebbe potuta dirla in quel modo) il regalo di Natale, per quest’anno, al cinema è bell’e pronto, basta solo andarselo a prendere.
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