Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Ai più intimi è noto l’astio che manifesto nei confronti dell’incapacità di Pieraccioni di fare cinema ma c’è chi ancora si ostina a prospettarmi i suoi meri tentativi si combinare una pellicola che abbia almeno un barlume di decenza. Naturalmente, non sanno che, così facendo, altro non fanno che acuire il mio ormai più che lecito disprezzo se pensiamo che, anche quest’ultimo tentativo di film, ha la capacità (almeno qualche capacità sembra possederla) di rendere lo spettatore refrattario alle battute del toscanaccio passato di moda (semmai lo fosse stato), tanto da non coglierne nemmeno più la contestualizzazione. Lui, il solito sfigato bruttino che, per non si sa quale miracolo, incontra la bella di turno (qui interpretata dalla Chiatti che resta appetibile, di certo più del protagonista) che si innamora di lui che poi, a furia di raccontarlo nei suoi pseudo-film qualcuno potrebbe anche dire che si è avverato, se non consideriamo la dubbia bellezza della compagna (ex?) del Pieraccioni. Bando alle ciance, non sprechiamo parole inutili in futili considerazioni e concludo dicendo che, in cinema italiano dei giorni nostri, è in grave crisi economica ormai da anni: pochi investitori con non molti fondi che vengono erroneamente canalizzati verso idee non degne della settima arte. Il problema sarebbe parzialmente risolvibile se cominciassimo ad “eliminare” dal cinema personaggi non dotati. Pieraccioni, ad esempio, sarebbe molto più utile in televisione, lo vedo più come un uomo di spettacolo che di spettatori, si inventi pure un programma e lasci il cinema a chi ha coraggio e soprattutto capacità di renderlo tale.
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