Regia di Raphaël Jacoulot vedi scheda film
In un piccolissimo paesino della campagna francese in un’estate caldissima si svolge la vita di Joseph. Un giovane disturbato mentalmente per danni da ipossia alla nascita. Joseph si aggira continuamente per il paese su una piccola macchina con una musica dilaniante a tutto volume. Guarda la vita degli altri e dagli altri è continuamente respinto e deriso. In particolare i suoi coetanei sono i più crudeli ma lui, nonostante tutto, continua a cercare un rapporto con loro. Eppure in un piccolissimo paese in genere le persone disturbate vengono tranquillamente accettate perché tutti si conoscono. Non così nel paesino del film. E’ un vero nido di vipere. Joseph sarà accusato di aver abusato di una ragazza, di aver rubato una pompa di irrigazione e, infine, di aver cercato di violentare una vecchia signora che con lui era sempre stata gentile, l’unica in tutto il paese. Quest’ultimo episodio è l’unico commesso da Joseph ma dallo svolgimento della scena sembrava più una richiesta di aiuto che una scena di vera violenza.
Il finale sarà tragico per il povero Joseph. Il film vuole evidenziare la crudeltà che la gente ha verso le persone con problemi mentali e la loro esclusione totale dai rapporti con gli altri, quegli altri che, agli occhi di Joseph, appaiono come persone felici e sicure di sé.
Il film si limita a questo approccio descrittivo dell’errare continuo di Joseph con la sua macchinina e dell’atteggiamento di esclusione e anche di persecuzione di tutti i paesani, E rimane su questo tono per tutta la durata del film senza che nessuno cerchi di capire e trattare umanamente il giovane.
Mi sembra un po’ poco per affrontare un argomento così complesso.
(film visto in francese con sottotitoli nella rassegna dell’Istituto culturale francese di Palermo)
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