Regia di Roland Emmerich vedi scheda film
A venti anni di distanza, Roland Emmerich regala ai suoi fan l'atteso sequel di Independence Day e lo fa col suo tipico approccio catastrofico e ultra spettacolare, dove gli uomini sono sempre i migliori dell'universo e gli improvvisati si destreggiano al pari dei professionisti. Viste le premesse, è un giocattolone poi non così malvagio. La sceneggiatura cerca di ridurre la pomposità del primo capitolo e, al tempo stesso, di proporre qualcosa di nuovo tanto che verrà saccheggiata dal successivo Moonfall (ivi compresa la perdita dalla legge di gravità al cospetto della discesa di una massa enorme proveniente dallo spazio). Il contatto con gli alieni ha portato a una commistione tra tecnologia terrestre e tecnologia aliena, dando il via a una nuova epoca che segna una sorta di realtà parallela alla nostrana, con tanto di auto volanti e aerei supersonici che raggiungono la luna in una decina di minuti. L'inizio, pertanto, è molto interessante. Purtroppo, il film torna a ripetere il canovaccio del primo episodio con la spettacolare entrata in scena di un'astronave madre ancora più grande di quella del '96, al punto da avere al proprio interno un vero e proprio ecosistema (soluzione che sarà ripresa dal successivo Moonfall). Belle le scenografie paludose all'interno dell'astronave, dove gli alieni sparano e combattono fucili in mano. Viene ripresa quasi integralmente la battaglia aerea, con giovani attori (tra cui Liam Hermsworth e Jessie Usher) che sostituiscono Will Smith e i caciaroni di allora. Confermati Jeff Goldblum, Bill Pullman e Judd Hirsch. Presenza altresì di un'intelligenza artificiale aliena che combatte contro l'invasore extraterrestre. Un aspetto, quest'ultimo, che verrà ripreso dal successivo Moonfall.
Stroncato dalla critica e probabilmente troppo lungo, Independence Day – Rigenerazione, pur perdendo qualcosa sul piano della tamarraggine e del ritmo, supera il confronto con la pellicola di allora e porta a casa la sufficienza. Spettacolari, come sempre con Emmerich, gli effetti speciale. Piace lo sforzo in fase di scrittura. Non premiato al botteghino, è da ricordare quale ultimo film di Robert Loggia, il nonno del ragazzino di Over the Top.
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