Regia di John Glen vedi scheda film
Questa è la prima volta nella quale ad essere seriamente colpito è uno dei personaggi storici della saga (ed in maniera anche abbastanza truculenta): a Felix viene uccisa la moglie subito dopo il matrimonio (in parallelo a quanto visto in Al servizio segreto di Sua Maestà, apertamente citato), dopo di che lo gettano in pasto agli squali e diventa disabile (infatti non lo si vedrà più fino agli episodi con Daniel Craig). Ma a sorprendere ancor di più è forse la reazione di Bond, perché dopo essere stato intimato di lasciar perdere ed eseguire gli ordini rassegna le dimissioni (che stavolta vengono seriamente accettate e non liquidate con una gag come nel film con Lazenby) portando ad un principio di sparatoria con quelli che erano sempre stati i suoi alleati. Viene così a crearsi l'inedita circostanza per la quale il Nostro dovrà agire fuori dalla legalità (quindi senza la licenza di uccidere del titolo originale) per portare avanti una faccenda puramente personale (una vendetta privata appunto), fregandosene di mettere i bastoni fra le ruote a suoi potenziali alleati (gli agenti cinesi) e perseverando nel suo obiettivo fino a giungere ad una spettacolare resa dei conti (nella quale l'arma vincente si rivelerà essere proprio il regalo fattogli da Felix dopo le sue nozze). Glen mantiene la confezione sul livello (buono) di Zona pericolo, con scene d'azione coinvolgenti, un ritmo adeguato ed un Timothy Dalton che, per quanto se ne dica, regge bene nel ruolo di questo Bond più sobrio (in anticipo sui tempi rispetto a Craig), ma senza la pesantezza propagandistica del predecessore, confezionando un film d'azione senza pretese ma sinceramente divertente, forse il capitolo più sottovalutato di tutto il franchise ed uno di quei prodotti di genere artigianali che di quando in quando fa piacere rivedere. E Licence to Kill cantata da Gladys Knight è una delle canzoni dedicate al personaggio che preferisco.
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