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Agente 007. Bersaglio mobile

Regia di John Glen vedi scheda film

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La recensione su Agente 007. Bersaglio mobile

di maso
4 stelle

 

 

Disprezzato dallo stesso Moore per la scena in cui Zorin falcia via a mitragliate gli operai della miniera che sancisce il passaggio da un Bond leggero e famigliare riproposto per ben tre lustri a uno più dark e violento figlio dell'epoca del tutto è lecito purchè faccia spettacolo "A view to a kill" è identificabile come "Amici miei atto III" della serie: basta osservare l'inquadratura fissa di Bond e tutto il suo ufficio all'ippodromo per comprendere quanto questo mio accostamento sia azzeccato, sono tutti troppo anziani e infiacchiti e la loro immagine è l'emblema di quanto fosse stanca e ritrita questa formula a metà anni ottanta, Moore stesso era consapevole di essere troooooooppo vecchio a 57 anni per interpretare un agente segreto simbolo di freschezza e agilità, mi tornano in mente il mio adorato George Lazenby a 29 anni in forma strepitosa e Peter Hunt che lo dirige con l'intenzione di creare "The best James Bond" mai fatto fino ad allora, è questa l'ambizione che ha sempre animato i realizzatori ossia cercare di creare ogni volta riproponendolo il miglior James Bond mentre con "A view to a kill" dichiararono apertamente "Just one more with Moore" e diedero vita a questo film disastroso che non capisco proprio come faccia a piacere a qualcuno dei suoi spettatori.

La trama in primis se la osservate attentamente è un trasferello di "007 Missione Goldfinger" con Walken/Zorin magnate dei microchip invece che dell'oro con il suo assetto da nazista indipendentista che vuol far sprofondare la Silicon Valley tanto e come Goldfinger voleva radere al suolo Fort Konx e far salire il valore del suo patrimonio, Walken è il primo premio Oscar ad aver interpretato un villain nella serie ma è l'unico personaggio salvabile del lotto pazzo e cinico com'è, a lui si contrappone Moore letteralmente imbalsamato che incredibilmente la trama porta a battere il record di femmine castigate in un film della serie generando i brividi più raccapriccianti della storia di James Bond: nell'ordine il pilota del sommergibile a forma di iceberg all'inizio dove Moore si scappuccia.....l'eskimo, rivelando una sopraggiunta terza età così evidente che ancora mi ricordo i commenti della gente vicino a me al cinema "Mamma mia! Ma sono passati appena due anni da Octopussy e sembrano venti per Moore", la seconda è una violenza sessuale visuale perpetrata da May Day/Grace Jones nei confronti di Bond e dei miei poveri occhi, meno male che nel proverbiale bacio di Moore che sembra succhiare via l'anima alla sua partner c'è un inarcamento delle palpebre che sembra dire "Cosa mi tocca fare per l'Inghilterra!", la terza è un agente russo imbucato nella trama come un ippopotamo seduto in una Smart, la scena si svolge in una tinozza di legno e Moore come sempre succhia via l'anima alla malcapitata, l'ultima scossa della compagnia è la Bond girl di turno nelle sembianze di Tanya Roberts grandissima gnocca per carità ma il suo personaggio è di una inutilità bestiale, urla come una isterica se vede accendersi un fiammifero e se non sbaglio dovrebbe essere uno scienziato o qualcosa del genere ponendo la ciliegina del ridicolo sul suo bel culetto.

Il respiro stanco del film alita un pò su tutti a cominciare da John Glenn che dirige senza la fantasia che lo aveva fatto apprezzare nelle due precedenti tappe della serie, molto opache le sue immagini oltre che montate con scolastica precisione, peccato perchè Parigi e San Francisco sono due locations ideali per un'avventura di 007 e non verranno più utilizzate purtroppo.

Sulla musica c'è poi da fare una considerazione: se la canzone omonima dei Duran Duran è vivace ed energetica non è per me comunque così obbligatoria e se l'associo all'immagine di Moore così imbolsito continuamente sostituito dagli stuntman mi si crea un contrasto intestinale davvero fastidioso, ma mai come Bond che fa snowboard al ritmo di "California Girls" dei Beach boys.

"A view to a kill" è una storia breve scritta da Fleming e per concluderla in breve potrei dire che ne è stato tratto un film superfluo con un Moore che poteva fare M per quanto è invecchiato, uno dei peggiori della serie soprattutto per l'assoluta mancanza di personalità.

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