Regia di John Glen vedi scheda film
Un magnate della finanza con un passato nel KGB (Walken), che ha fatto fortuna con le corse truccate dei cavalli, vuole impossessarsi del mercato informatico distruggendo letteralmente Silicon Valley e generando un cataclisma. L'operazione non andrà in porto perchè a sventarla, come al solito, c'è il super agente segreto inglese James Bond (Moore, qui alla sua ultima interpretazione di 007).
La struttura dei film con James Bond/agente 007 è sempre la stessa: tanta tecnologia, un pizzico di eros, suggestività delle location e adrenalina al massimo. Le differenze tra un film e l'altro vanno colte da altro: il tasso di ironia, la tenuta del plot narrativo, l'efficacia delle scene acrobatiche e delle invenzioni spettacolari. Da questi punti di vista Bersaglio mobile - terza della 5 regie sul personaggio partorito dalla fantasia di Ian Fleming affidata a John Glen - è uno dei meglio riusciti. Donne e ironia abbondano (la scena della scazzottata in cui 007 si premura di salvaguardare un vaso d'epoca è esilarante), gli inseguimenti con ogni mezzo possibile (l'incipit, una sorta di corto allegato al film prima dei titoli di testa, con Bond inseguito sulle piste da sci dagli 007 russi è imperdibile e quella con l'automobile che a forza di incidenti continua a camminare su due sole ruote non è da meno) e il frastuono delle armi non si fa attendere. In più c'è qualche trovata memorabile, come quella in cui gli avversari di turno di 007 finiscono imballati in grosse scatole di legno o quella in cui, per evitare l'affogamento, Bond si attacca al pneumatico di una macchina finita sott'acqua per respirarne l'aria. Le location stavolta sono limitate alla Gran Bretagna e a Parigi e il film, come quasi sempre avviene quando di mezzo c'è il più noto agente segreto che la narrativa abbia partorito, lo fanno gli stuntmen: grande dispendio di mezzi, risate e adrenalina per mandare il cervello in vacanza per un paio d'ore.
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