Regia di John Glen vedi scheda film
L'altro pomeriggio pedalando a spinning per una dura salita virtuale, la musica di "A view to a kill" mi e' entrata nelle ossa dopo decenni che non l'ascoltavo. La sera il ricordo di quella bellissima canzone mi ha fatto venire la voglia di riguardare lo 007 piu' anni '80 di sempre, l'addio del mio mito Roger Moore alla serie dopo ben sette fortunatissimi film. Le dispute su chi sia il miglior agente segreto tra gli interpreti che si sono succeduti e' frutto di veri e propri dibattiti, spesso accesi tra i sostenitori delle opposte fazioni: io amo il Bond molto inglese e glamour, ironico e un po' casinaro (ma con eleganza) di Roger Moore, che e' lo 007 della mia gioventu', Moore che da Moonraker a questo Bond e' stato una delle scintille che ha acceso in me il fuoco della passione cinematografica.
Moore che mi entusiasmo a tal punto in "Attenti a quei due" che ancora oggi spesso, oltrepassando il Principato di Monaco diretto verso Nizza (magari a caccia di film inediti da noi) esco dall'autostrada per percorrere la Corniche rocciosa, teatro di tante sfide automobilistiche tra i bolidi di Lord Brett Sinclair (Moore appunto) e Danny Wilde (uno scattante Tony Curtis).
Sempre Moore che esalto' la mia passione per i film d'avventura con "Ci rivedremo all'inferno", bella epopea tratta da Wilbur Smith e "Attacco Piattaforma Jennifer", filmaccio molto emozionante e teso. Insomma Roger Moore e' stato l'eroe del mio periodo cinematografico di ragazzo, e i Bond suoi sono quelli che inevitabilmente ricordo con piu' affetto e partecipazione.
Bersaglio mobile inizia con una delle scene piu' movimentate della serie, forse addirittura esagerata e kitch per come e' congeniata l'azione: John Glen ha sempre puntato molto sull'incipit adrenalinico: in questo caso le scene sono cosi' acrobatiche da costringere Moore a ricorrere fin troppo all'uso di controfigure (d'altro canto, con i suoi 58 anni suonati ma portati con grande disinvoltura e charme, il Roger, abile sciatore, non poteva certo arrivare a farsi riprendere a scendere tra i crepacci del Polo con uno sci solo).
Poi l'incanto dei titoli di testa con la canzone omonima dei Duran Duran, fantastica, da brivido, tanto che e' la parte che vale tutto il film, assieme al piacevole contrasto delle due antitetiche bond-girl, quasi due opposte vallette sanremesi o due veline che dir si voglia: la virago kattivissima Grace Jones contro la burrosa, eterea, sensuale Tanya Roberts, gran donna sexy in gran voga negli anni '80. La loro combinazione e' davvero straordinaria: e peccato che alla Tanya la sceneggiatura riservi tre battute banalissime, mentre la Jones parli poco e niente (ma d'altronde lei e' una donna d'azione, si butta a capofitto persino dalla Tour Eiffel!!).
E, naturalmente, uno dei cattivi piu' affascinanti e malvagi che abbiano popolato un Bond: e' un platinato Christopher Walken, all'epoca poco piu' che ragazzino (o cosi' sembra!). Scene madri anche a San Francisco, sul Golden Gate, e tutto molto realistico nell'assurdita' della vicenda, perche' all'epoca il lavoraccio lo facevano gli stunt.men, non il computer e la grafica.
Bersaglio mobile non e' certo all'altezza di "Solo per i tuoi occhi" ne' tantomeno di "Octopussy", ma e' l' affascinante ironico addio di Moore ad uno dei tanti personaggi che lo hanno reso un attore seriale notissimo e apprezzato da molti, da me in testa.
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