Regia di Giuseppe Amato vedi scheda film
Un film atipico per Totò, a partire dal regista: dietro la macchina da presa troviamo infatti il produttore Amato (colui che una decina d'anni dopo, con una mossa apparentemente incosciente ma in realtà lungimirante, permetterà la realizzazione de La dolce vita), al servizio di una storia nettamente drammatica, senza mezze tinte e senza i consueti siparietti di puro disimpegno, in cui nè Totò nè Eduardo hanno a loro disposizione ruoli 'facili'. Fra i comprimari della pellicola troviamo i navigati Foà e Cervi, ma anche un giovanissimo Enzo Cannavale, curiosamente qui alla sua prima esperienza cinematografica in assoluto. La sceneggiatura porta le firme, oltre che del regista e produttore, di Biancoli e Sarazani; lontano dal contemporaneo neorealismo, il film si situa piuttosto nel filone del melodramma di qualche anno prima. Sufficiente.
La prima guerra mondiale separa due innamorati; lui muore in guerra e lei deve vedersela con il terribile suocero, che la odia e e nasconde il figlio, dicendo morto anch'esso. Alla donna rimane solo un vecchio spasimante.
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