Regia di Robert Carlyle vedi scheda film
Decisamente grazioso l'esordio alla regia di Robert Carlyle. Nella sua adorata Glasgow, dove siamo generalmente abituati a incontrarlo (così come nel nord Inghilterra) col suo muso da mezzo criminale a interpretare nei più svariati modi la working class britannica, il noto attore scozzese dà vita cinematografica al romanzo di Douglas Lindsay. Al suo fianco, una raggrinzita Emma Thompson e uno spassoso Ray Winstone, nei panni di un detective ormai stanco di vivere "in questa fogna" e disilluso dalla vita e dal suo stesso mestiere. Esattamente come il protagonista Barney Thomson (Carlyle), un uomo che ha dedicato la sua intera esistenza alla professione di barbiere e che ora si scontra con la modernità e con una clientela che malsopporta il suo burbero modo di fare. Dopo aver commesso due omicidi colposi armato di forbici e scopa, il vecchio Barney vedrà la sua vita legarsi a doppio filo con quella di uno spietato serial killer che fa a pezzi le proprie vittime per poi inviarne alcuni alle vedove.
Commedia a forti tinte noir, The Legend of Barney Thomson porta avanti un black humour costante e decisamente efficace, nonostante un ritmo non proprio incalzante, ma molto adatto al grigiore della periferia di Glasgow. Se i personaggi di contorno sono congeniali e divertenti, forse è proprio il protagonista che arranca maggiormente: gli va dato tempo per prendere le redini comiche del film. Nel complesso, una pellicola piacevole e diretta col giusto piglio, che ha tutti gli ingredienti per essere amata dai fan dell'umorismo di taglio albionico. Unico accorgimento, va vista in lingua originale: in primis per cogliere tutti caratteri della parlata scozzese, ma soprattutto per evitare un doppiaggio decisamente mal diretto ed eseguito peggio.
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