Regia di André Øvredal vedi scheda film
Le atmosfere ammiccanti e morbose ci sono tutte, il dosaggio della suspense è organizzato con premura e metodo, gli attori noti e glamour ci sono pure. Ma qualcosa non funziona e il miracolo Nightwatch (il primo) non si ripete, nonostante le molte assonanze tra i due film.
Un crimine efferato in una apparentemente tranquilla casa della contea cittadina contribuisce a prolungare il lavoro di un anziano medico anatomo-patologo e del figlio, che da generazioni ormai gestiscono l'attività autoptica e di cremazione dei decessi in città.
Padroni di casa orrendamente smembrati e in cantina il cadavere nudo e senza rigor mortis di una bellissima ragazza: "sembra che i morti abbiano cercato di uscire di casa, anziché sprangarsi dentro per difendersi".
E infatti qualcosa di tremendo e fuori del normale si trasferirà nell'obitorio dei sue medici, non appena il cadavere verrà loro ricondotto per l'autopsia e tutti gli accertamenti del caso.
Scopriremo che una antica furia, un rancore incolmabile, mossi da una violenza indicibile abitano quel cadavere che forse neppure è tale.
Il regista norvegese del godibile e furbetto Troll Hunter, tenta la carta del b-movie internazionale forte di due solidi e noti interpreti americani e di atmosfere da incubo piuttosto incalzanti e quasi morbose (il trafugare cadaveri con la curiosità malata del detective più navigato) sulla scia di Nightwatch del connazionale Ole Bordedal.
Ma se già il Bornedal perdeva smalto girando un remake prematuro del suo ottimo thriller, con cast all star, pure questo piccolo horror d'atmosfera si perde un po' nel chiuso di ambientazioni un po' troppo costruite e cariche.
Riultato: assolutamente nulla di nuovo, brividi orchestrati con puntualità svizzera e cadenziati con sin troppa facilità di percezione.
Attori funzionali ma tutt'altro che ispirati.
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