Regia di André Øvredal vedi scheda film
le colpe dei "padri" ricadranno sui "figli" e un'immane atto criminale di tortura, trasforma un processo in infinita catena di morti.
mi piacciono quei film che sembrano in un modo e poi svelano un'altra faccia.
il film si apre su una strage familiare già abbastanza incomprensibile in un piccolo centro dove tutti si conoscono.
nello scantinato però c'è qualcosa di ancora più strano; il corpo semi dissepolto di una donna giovane ancora integro e non corrotto dalla morte.
lo sceriffo fa portare il corpo ai coroners e vuole un risultato entro la mattina.
la famiglia tilden è coroner da generazioni e ora sono rimasti padre vedovo e figlio in procinto di lasciare quel lavoro e la piccola cittadina per andarsene con la fidanzata.
quella che sembra un'autopsia di routine da fare con gli occhi chiusi, dimostra subito alcune problematiche a partire dalla velatura degli occhi che non corrisponde con il resto del corpo che sembra morto da poche ore.
manca del tutto il rigor mortis, sotto le unghie viene rinvenuta della torba che non appartiene al suolo del posto in cui vivono e per finire in bellezza le premesse, una forte tempesta si sta abbattendo sulla zona.
la forza dei primi sessanta minuti di questa pellicola del 2016 è che senza ovviamente essere coroner, lo svolgimento e la bravura degli interpreti ci fa toccare con mano, cose che con l'avanzare del dissezionamento del cadavere , assumono connotati strani, misteriosi se non occulti.
pronti in riconoscere in quella "jane doe" la povera vittima di un omicida seriale, analizzando le prove come i polsi e le caviglie rotte, la lingua malamente tagliata via e assente, sottoposta a torture selvagge, senza addentrarsi sui dettagli penali della famiglia massacrata che l'avrebbe torturata e uccisa, prima di auto sterminarsi, i tilden si ritrovano aprendone il torace di fronte a fatti sempre più difficili da spiegare scientificamente e da far collimare con l'assenza di segni esterni sul corpo.
una famiglia con un padre in crisi per la perdita dell'adorata moglie, e con tante cose da recriminarsi.
un figlio che vuole assolutamente cambiare vita, ma che non ha il coraggio di infiggere un altro colpo al padre.
una strage famigliare inspiegabile per lo sceriffo e un cadavere incorrotto esternamente, ma che sembra avere tanti misteri da svelare per i coroner, quanto le coincidenze con una realtà brutale a cui si fa professionalmente più o meno il callo, paiono vacillare di mano in mano che si taglia, asporta, seziona, preleva ed esamina.
quello che si vede per pur che sia violento, crudele e selvaggio, il padre nella sua carriera lo ha già visto e può renderne testimonianza tramite ricordo.
più ci si addentra e si sprofonda nel corpo di quella jane doe qualsiasi, e più i parametri del credibile si spostano in avanti, ma sembra esserci una angosciosa quanto tremenda spiegazione logica.
la guardano interrogandola con occhi sempre più curiosi, corrucciati e pensierosi, analizzando scientificamente ciò che esportano(sempre più incredibilmente) dalla cassa toracica, e vengono osservati da quegli occhi spalancati e velati, fino a quando dopo svariati segnali sempre più inquietanti, la tempesta si abbatte con la sua massima violenza sulla casa e si spengono le luci.
i restanti 26 minuti circa vengono giostrati come se i tilden si trovassero in un cortocircuito spazio temporale innescato dalla tempesta, dove ogni cosa che non può scientificamente e biologicamente succedere, accade e ovviamente i tilden reagiscono con le uniche armi che conoscono, quelle che possono stringere ed impugnare.
e l'unica risposta risiede in quella jane doe, risposte alle quali i tilden arrivano ripensando agli indizi che il cadavere ha loro esposto e messo a disposizione, in una realtà allucinante che si mescola sempre di più con un'irrealtà viziata da incredulità shoccante ma da cuì sfuggire per non soccombere.
non credi a sagome deambulanti che ricordano da vicinissimo i non morti fulciani, non credi a strane iscrizioni latine tatuate sottopelle a jane doe non credi a cose che tanto più sembrabo assurde e più assurdamente ti aggrediscono e ti colpiscono, cercando di carpirti.
un cadavere usato in maniera egregia, in un ottimo b-movie, confezionato benissimo, interpretato ottimamente, dove l'incredulità di un pezzettino di cervello analizzato al microscopio, è totalmente empatizzata dallo spettatore che aveva inteso qualcosa , ma non tutto.
la crudeltà dell'uomo nell'accanirsi contro un suo prossimo non ha mai conosciuto pace.
la paura di ciò che non si conosce accompagnata al poco cristianamente desiderio di far osservare leggi celesti, create dall'uomo può sortire l'effetto di scatenare una maledizione che non conosce fine.
e quando lo sceriffo riesce ad entrare in casa tilden, una volta finita la tempesta, a seguito di una loro richiesta di aiuto, si ritrova a scuotere la testa e poco altruisticamente a scaricare l'incognito ad un'altra contea.
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