Regia di Michael Apted vedi scheda film
Agevolmente codificati, luoghi topici e assetto identitario dello spy-action-thriller (post)moderno: Codice Unlocked s'inserisce – con la speditezza di chi è conscio di traguardo, propri mezzi e limiti e (modesti) valori – nel filone ingrossato delle produzioni cinetelevisive a tema terrorismo islamico (da United 93 a 24).
Come moda impera – dai fantasy adolescenziali ai blockbuster – l'eroe è un'eroina (Noomi Rapace, probabilmente l'unica a crederci; e solo motivo di visione): giusto questo, il sussulto di “novità”.
Il resto è da copione: dal copione fortemente convenzionale – protagonista riluttante che salva il mondo suo malgrado, con pesanti traumi del passato a rendere un presente difficile e ovattato e una situazione a imbuto sempre più ambigua e sul filo del rasoio; figure di contorno doppiogiochiste e/o corrotte e/o in fondo buone; cerchiobottismo immancabile e omologato a prova di bomba politicamente pericolosa; rivelazioni “esplosive”; risoluzione adrenalinica, a pochissimi secondi dalla catastrofe; compimento del processo di maturazione – fino a un immaginario e a un impianto narrativo (peraltro non scevro da lacune di sorta) di riporto, il film procede lesto con autoassolutoria carenza di inventiva in ogni sua componente.
Superato il frammentario incipit introduttivo, è solo questione di mera applicazione del manuale: nulla si crea e nulla si distrugge, nel cauto rincorrere meccanismi oliati ed espedienti abusati. Non l'ambientazione londinese, né, figurasi, carta della “strana coppia” funziona: non se l'altro, poi, è il cagnesco Orlando Bloom; il quale, fortunatamente, sta in scena molto meno di quanto credit e trailer paventassero …
C'è solo Noomi (povera) che corre, e lotta, ne prende e ne dà, svela complotti a opera dei soliti loschi manovratori (qualcuno ha detto CIA?), mentre, sullo sfondo, il terrorismo di matrice islamica – con le “varianti” della natura biologica dell'attacco e del coinvolgimento di occidentali convertiti e spietati – è un porto sicuro – ma sempre superato dall'attualità – al quale far attraccare bastimenti di prudenza (patriottismo, difesa dei valori condivisi, invasione del nemico: dosi calcolate con solido, innocuo mestiere).
Tanto la colpa è (sempre) dell'oscuro, “insospettabile” puparo di turno con motivazioni “nazionalistiche” ovviamente mai viste né sentite …
Canonico nella rappresentazione, nel linguaggio, nell'accumulare interpreti di prestigio puramente ornativi (Toni Collette con caschetto platinato, un John Malkovich interscambiabile con altri mille suoi ruoli, Michael Douglas d'ordinanza), nell'assolvere al compitino, Codice Unlocked, diretto (controvoglia, si direbbe) da Michael Apted, sbrodola in aggiunta in un finale con repentino (inspiegabile) cambio di mentalità in zona Jack Bauer …
Film trascurabile.
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